Qui ci occuperemo della storia delle monete come è citata nella letteratura, vedendo gli autori che nei loro
brani, poemi, poesie, libri hanno menzionato argomenti di carattere monetario, spesso con splendide parole e sublimi evocazioni.
Iniziamo con il poeta greco che per primo vide le monete buone essere
scacciate da quelle
false o non buone (di lega si intende), e citò quindi
gli spacciatori di monete false come
una grave piaga per le città.
Aristofane
Il famoso filosofo greco descrisse nelle sue opere le motivazioni della nascita della moneta,
l'utilizzo a cui era preposta, ne aveva benissimo determinato
i caratteri principali.
Aristotele
Francesco Petrarca (1304 - 1374) fu collezionista di monete romane, a volte recuperate
dal terreno dagli agricoltori, per poter meglio commentare gli autori antichi oggetto dei
suoi studi. Alcune ne offrì in omaggio nel 1354 all'Imperatore Carlo IV di Boemia,
come ricordo ed esempio dei suoi illustri predecessori.*
Bocaccio e Petrarca
Alla Mostra Mercato di Numismatica di Montecatini Terme del 1971, dedicata al sommo
poeta Petrarca, fu realizzata una medaglia dall'incisore Guido Veroi ricalcante l'atto
di offrire la sua collezione all'Imperatore.
Dante era vissuto nel periodo economico migliore della repubblica e di Firenze in genere;
oltre alle forti espostazioni di panni, c'era la moneta d'oro, in assoluto la migliore e
la più
diffusa e accettata in Europa, le Banche prestavano soldi a sovrani, principi
e papi.
Firenze era per l'Europa finanziaria al livello della Londra vittoriana o di New York!
Nella "Divina Commedia" al Canto IX del Paradiso assistiamo alla condanna della
dell'avarizia, della cupidigia, della sete di potere e delle origini del capitalismo!
Dante e il maledeto fiore (il fiorino)
Nella "Divina Commedia" visitiamo il girone infernale dove soffrono i falsari,
tra cui il celebre Guido d'Adamo, contraffatore in Casentino dei fiorini d'oro.
Dante e i falsari di fiorini
Nel Paradiso
è citato il Re di Francia, per le sue gravi alterazioni della moneta.
Dante e Filippo il Bello
A Dante Alighieri è stata dedicata nel 1965 una moneta da 500 lire in argento della Repubblica Italiana
per il 700° Anniversario della nascita; è stata emessa in 4.272.000 esemplari.
Molto conosciuta è la condanna di Dante all'esilio dalla sua Firenze; ciò coincise con la caduta
della parte Bianca dei Guelfi fiorentini, di cui era membro. Dante fu dichiarato colpevole di baratteria o broglio politico "non per prova alcuna, ma per pubblica fama" e condannato per
decreto podestarile a due anni di confino, alla perdita dei diritti civili e a 5.000 fiorini di
multa, somma assai considerevole.
Nel romanzo storico di Walter Scott assistiamo alla citazione di numerose monete.
Ivanhoe
Nel romanzo storico di Robert Louis Stevenson troviamo accenni a bottini di monete.
La freccia nera
L'isola del tesoro
Melville,
tra i capitoli del suo poema epico, presenta alcune delle più affascinanti
pagine dedicate ad una moneta, in questo caso un doblone d'oro di fattura
spagnola, promesso in premio a chi avvisterà la Balena Bianca.
Herman Melville - "Moby Dick"
*Federico Borello - Archeologia della moneta
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