Monete e scudi papali.



L'elenco che segue descrive brevemente ciascuna delle unità principali di questo sistema, con qualche immagine esemplificativa raffigurante le monete a grandezza naturale.


La moneta papale, un crogiulo di nomi e tipologie.



Alla fine del VIII secolo la coniazione di denari si era affermata in tutta l'Europa occidentale,  dal Tevere al Tamigi, mentre in Roma stessa il Papa e l'Imperatore emettevano denari congiuntamente con il nome dell'imperatore su un lato e il monogramma del papa sull'altro.

Quindi le coniazioni dei Papi iniziarono con una lunga serie di denari in argento, in cui spesso il nome del Papa o di San Pietro era unito a quello dell'imperatore, circa negli anni tra il 772 e il 983.

In seguito i Pontefici non batterono più monete a Roma, dilaniata dalle fazioni e da lotte intestine, ma in altre zecche del patrimonio di San Pietro: Pont de Sorgues e Avignone in francia, Viterbo, Macerata, Montefiascone e Parma in Italia: erano ancora denari ma in seguito anche piccioli, sesini, oboli e addirittura grossi (sulla fine del XII secolo). Con Innocenzo IV, 1352-1362, cominciò l'emissione dell'oro papale: un Ducato con le chiavi decussate (ovvero poste a forma di X) e San Pietro in trono.

Il Senato intanto a Roma si era sostituito all'oramai inesistente autorità papale, proclamò la repubblica nel 1145 e dal 1184 a suo nome furono coniati denari Provisini e Sanperini, grossi e addirittura Ducati e Fiorini d'oro sino al 1347! Sono anonimi e recano lo stemma di un senatore; sono però monete che però rientrano di diritto nella serie monetale pontificia legittima in virtù di una delega comncessa sia pur malvolentieri dal Papa al Senato. I provisini sono molto caratteristici perchè ricalcavano i denari coniati dai Conti dello Champagne a Provins, circolanti a Roma dal 1155.
Il tipo di questa moneta è rappresentato da un pettine, forse la metamorfosi del monogramma del Re di Francia forse l'insegna degli esperti cardatori di lana di Provins (famosi per la produzione di panni). Dodici denari provisini erano un soldo o Sanperino (dal nome Santopietro) con San Pietro effigiato al dritto e San Paolo al rovescio. Monete cercanti la conciliazione tra l'autorità della Chiesa e quella del Senato forse in vista dell'Anno Santo 1300.

 


quando la città apparteneva ancora allo Stato Pontificio, le cose andavano molto diversamente. A quei tempi non solo ogni paese aveva il suo proprio sistema, ma spesso città di uno stesso stato usavano monete diverse e a seconda del loro peso, il valore di alcune unità poteva variare. Infatti il valore d'acquisto di una moneta, specialmente se d'oro, in pratica dipendeva dal suo valore come metallo sciolto. Quindi, venivano usate solo monete, d'oro, d'argento, di mistura (una lega contenente varie percentuali d'argento, di rame e di altri metalli) e di rame; le banconote non erano state ancora inventate, ma i precursori dei moderni assegni, chiamati "lettere di credito", già esistevano: erano documenti firmati dal debitore, che il creditore esibiva ad una data banca per riceverne i contanti. te.  

Tutti i commerci erano soggetti al rischio di un tasso di scambio sfavorevole, e alle astuzie dei molti cambiavalute, ai quali complicate liste permettevano di calcolare quale valore ogni moneta forestiera avesse nella propria città. Inoltre, molte monetazioni erano basate su una combinazione di sistema decimale e non decimale; far tornare anche i conti più semplici, ad esempio il resto dovuto dopo un'acquisto, ai nostri occhi sarebbe sembrata un'impresa quanto mai complicata.
Quello di Roma era forse il più bizzarro tra i sistemi usati in Europa. Ciò si doveva al fatto che alcune unità erano molto antiche e il loro valore nel tempo si era un po' modificato; quelle nuove, introdotte dai papi a seguire, di solito non rimpiazzavano le unità vecchie, ma venivano semplicemente aggiunte alle preesistenti.
Per di più, i romani davano soprannomi alle monete più popolari, alcune delle quali venivano chiamate alternativamente con due, tre, o talora quattro nomi diversi.
Questa pagina prende in considerazione il periodo compreso fra il XVI e il XIX secolo.

L'articolo che segue descrive brevemente ciascuna delle unità principali di questo sistema, con qualche immagine esemplificativa raffigurante le monete a grandezza naturale.

http://roma.andreapollett.com/S7/monpapi.htm

Lo Stato Pontificio stava intanto battendo gli scudi, o piastre papali, con interessantissimi rovesci: vedute di monumenti e chiese romane, immagini di santi riprodotti in atteggiamento caratteristici e commemorazioni di eventi importanti.

I paoli e i giuli prendono il nome dai Pontefici Paolo III (1534 - 1549) e Giulio II (1503 - 1513); quest' ultimo si occupò della riforma monetaria all'interno del suo Stato, rinnovamento che peraltro non riuscì perchè la moneta non ebbe mai il titolo e il peso per la quale era stata pensata. Il nome giulio rimase ad indicare i sottomultipli del ducato d'oro e si generalizzò in tutte le zecche papali e italiane. Proprio per differenziali dagli svalutati giuli, Paolo III nel 1540 emise dei grossi papali che furono detti paoli! In realtà i grossi papali presero quasi sempre il nome dal pontefice che li emise per cui abbiamo anche i clementini e il clementi, i leoni e i sisti. Erano quindi tutte monete equivalenti ai grossi, le monete coniate dalle città libere italiane in seguito alla rinascita commerciale avviata dai Comuni, ideale continuazione del denario latino e carolingio, di cui però erano più... grossi ! Era spesso la realizzazione idela del soldo da 12 denari.
Se un multiplo di grosso recava il ritratto di un principe assumeva il nome di Testone!

E da dove proviene il diffusissimo nome del Baiocco? Il luogo di circolazione privilegiato fu senza'altro lo stato Pontificio dove definiva la centesima parte dello scudo d'argento. Incerta la provenienza: chi lo fa derivare dalla città francese di Bayeux ma non ci sono affinità di sorta tra queesta antichissima cittò merovingia e carolingia con le monetine italiane.Pare più probabile che il termine trragga origine dalla parola spagnola "bajo" (basso): sotto Alfonso di Aragona vi fu una diminuzione di peso e di valore del bolognino aquilano che si sarebbe così tramutato in baiocco!