Monete di Torino e dei Savoia


I Savoia che hanno battuto moneta e la loro storia.
Scritti Numismatici di Francesco Torrente


Gli zecchieri sabaudi

All’inizio della dinastia dei Savoia non esistevano tanti zecchieri di una certa qualità artistica, per questo i sovrani per avere i loro servigi dovevano dargli determinati privilegi, naturalmente in cambio gli zecchieri avevano dei doveri da rispettare e in caso di sbagli o altro erano sanzionati, se non peggio. Un accaduto fu quello di Matteo di Bonaccorso Borgo che nel 1405 fu multato di 1000 fiorini, ma l’abilità del maestro zecchiere impietosì il duca Amedeo VIII convertendogli la pena. Nello stesso anno il figlio Umberto Bonaccorso veniva decapitato a Chambèry dove era zecchiere dal 1403.

Sistemi di battitura delle monete

Nelle terre sabaude sino al 1575 il sistema di battitura delle monete era a martello. In quell’anno nella zecca d’Aosta il maestro Tommaso Campagnano incomincia una battitura fatta da un macchinario detto molinotto. Più tardi nel 1620, presso la zecca di Torino, il maestro Torrazza intraprese la tecnica del molinotto e sotto la direzione del Capitano Perrino la rese effettiva nel 1635.

Le monete di conto

Alla metà del XIV secolo un Grosso corrispondeva a quattro Quarti =8 Forti =12 Bianchetti = 16 Viennesi. La Lira corrispondeva a 20 Soldi = 240 Denari. Esistevano dei soldi deboli e dei soldi forti, una Lira corrispondeva a 20 soldi buoni o a 24 soldi deboli. La lira Viennese corrente o usuale corrispondeva a 28 soldi per fare una lira buona. La lira Viennese equivaleva a quella secusina. La lira Astese di minor valore corrispondeva a tre lire Astesi a due lire Viennesi.

Nel XV secolo 12 Grossi erano uguali a 1 Fiorino di Fiorenza, ad Asti, Savigliano, Cuneo e Mondovì si usavano i denari Astesi, nel Biellese e a Ivrea si usavano i denari imperiali, nel Contado di Nizza il pagamento avveniva con i Grossi e con i denari rinforzati e coronati, nel Chiablese nel Genevesee e nel Faucigny con i mauriziani, lausanesi e genevesi, nei paesi limitrofi e nelle terre di Francia i Viennesi di Lione. I Grossi si svalutarono sino a che 1 Grosso di Nizza o Aosta valeva il doppio del Grosso Piemontese. Emanuele Filiberto il 13 marzo 1562 eliminò Fiorini e Grossi per tornare alla lira soldo e denaro, ma la popolazione rimaneva con il vecchio sistema monetario e nel 1580 Carlo Emanuele I ribatté il Fiorino. Vittorio Amedeo I il 17 novembre 1632 proibì nuovamente il fiorino e il Grosso su tutto il territorio esclusa la Savoia finché, nel 1717 per decreto di Vittorio Amedeo II introdusse anche qui la lira. Con riforma monetaria del 1755 si dimostrò che la lira con i relativi sottomultipli era un rapporto facile rispetto alle altre monete, rimanendo effettiva sino al 1800, anno in cui la Francia introdusse il sistema decimale, quindi la lira corrispondeva a 100 centesimi e il soldo a 5 centesimi.

 

Sistema Monetario XIV – XV secolo

 

 

 

 

 

 

 

FIORINO

GROSSO

QUARTO

FORTE

BIANCHETTO

VIENNESE

1 FIORINO

-

12

48

96

144

192

1 GROSSO

1/12

-

4

8

12

16

1 QUARTO

1/48

4

-

2

3

4

1 FORTE

1/96

1/8

1/2

-

1,5

2

1 BIANCHETTO

1/144

1/12

1/3

1/1,5

-

0,75

1 VIENNESE

1/192

1/16

1/4

½

1/1,5

-

 

LIRA

SOLDO

DENARO

 

 

 

 

1

20

240

 

 

 

 

Tutte le zecche del Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia

Sicuramente questa tabella  potrebbe avere delle inesattezze dovute alla trascrizione personale di diversi documenti, dall’antichità degli stessi o addirittura dalla falsificazione degli stessi. Questa servirà ad intraprendere un ulteriore percorso già effettuato da parecchie persone interessate all’argomento.

 

ODDONE 1056-1060

Quartogenito di Umberto I "Biancamano". Nel 1047 sposa Adelaide figlia di Olderico Manfredo II. Con questa unione Oddone acquistò il titolo di Marchese d’Italia, che era annesso alla contea di Torino. I possedimenti di Oddone costituirono un dominio che allora era più esteso del Regno di Francia. Ereditò lo stato nel 1060, dopo la morte di suo padre Amedeo I e di suo fratello. Sia la nascita che la morte hanno una data incerta, in base ad alcuni documenti d’epoca si presume che sia morto nel 1060.

PIETRO I 1060-1078

verso il 1060 succedette al padre nei possessi di oltre Alpi, mentre la madre continuava a reggere il Marchesato di Susa. Guerreggio contro i vescovi di Torino e di Asti e contro l’abate di S.Michele di Chiusa, e ottenne la restituzione del contado di Moerell, nel Vallese. Regnò con suo fratello Amedeo II fino alla sua morte.
- Denaro zecca di Susa

UMBERTO II 1080-1103

nel 1080 succede al padre come conte di Moriana, sotto la tutela materna. I domini sabaudi sono sconvolti da pretendenti diversi, quali Corrado di Franconia, Federico di Montbélliard, Bonifacio del
Vasto, e alcune città si costituiscono in liberi Comuni (Asti 1098 e Chieri 1100). Nel 1097 occupa il castello di Briancon e gli viene conferita l’autorità di Vicario imperiale per l’Italia superiore; nel 1098 consolida il suo dominio nelle valli di Susa e di Aosta grazie anche all’aiuto dei liberi Comuni. Apre la zecca di Susa.
- Denari secusini zecca di Susa

AMEDEO III 1103-1148

nel 1103 succede al padre sotto la tutela della madre e del conte Aimone di Ginevra. Dopo aver seguito a Roma l’imperatore Enrico V, nel 1130 occupa la città di Torino, nel 1138 sconfigge Guido VII, delfino di Vienne, nel 1147 parte per la crociata, durante la quale combatte nel fiume Meandro, nelle gole della Panfilia e presso Damasco.Fu il primo ad usare il titolo di Conte di Savoia. Abolì lo stemma dell’aquila nera in campo d’oro sostituendolo con quello della croce bianca in campo rosso. Muore di peste. Conia a Susa e nella zecca di Rhéme, in Valle d’Aosta.
-Denari secusini zecca di Susa

UMBERTO III 1148-1189
succede al padre nel 1148, sotto la reggenza di Amedeo di Altariva. Guerreggia contro Guido VIII, delfino di Vienne, e contro l’imperatore Federico I, perdendo alcune terre in Valle d’Aosta e la città di Torino. Successivamente si riconcilia con il Barbarossa; combatte con successo, contro Manfredo I di Saluzzo; fa opera di mediazione tra l’Impero e i Comuni. Ostile ad Enrico VI, che invade i suoi domini. E’ annoverato tra i Beati con bolla papale del 1 settembre 1838 dal Pontefice Gregorio XVI.
Denari secusini zecca di Susa

TOMMASO I 1188-1233

nel 1188 succede al padre, sotto la tutela del cognato, Bonifacio II di Monferrato. Sposa Beatrice di Ginevra che gli porta diverse terre. Ottenne da Filippo di Svevia i feudi di Chieri e Testona e il castello di Moudon, nel Vaud. Alleato di Genova e di Asti, guerreggia contro Alessandria e Vercelli, poi combatte contro Pinerolo, contro Torino e contro i Milanesi. Vicario imperiale in Italia, ottiene la dedizione di parecchie città del Piemonte e della Liguria; acquista Chambèry.
-Denaro zecca di Susa

AMEDEO IV 1233-1253

Succede al padre nel 1233 recuperando Torino che si era ribellata; fu vicario di Federico II in Piemonte e in Lombardia e morì nel 13 luglio 1253 nel castello di Monmeliano. Fece battere moneta a Susa, Chambèry, Avigliana e S.Maurizio d’Augano.
-Denari e oboli zecche di Susa, Avigliana, Chambery,San Maurizio

PIETRO II 1263-1268

destinato alla carriera ecclesiastica, dopo essere canonico di Valenza, nel Delfinato, e prevosto di Aosta, si diede alle armi. In Inghilterra presso il nipote Enrico III nel 1241, ricoprì importantissimi uffici politici e comandò un esercito contro la Francia, senza trascurare gli interessi della sua terra ed ampliando i suoi possessi terrieri. Al rientro in Italia conquistò Torino, domò rivolte nel Vallese, a Ginevra e nel Faucigny. Nel 1263 (alla morte di suo nipote Bonifacio gli Stati di Savoia gli conferiscono la corona) governò i domini sabaudi e successivamente ebbe l’investitura imperiale dei ducati del Chiablese e di Aosta e la nomina a Vicario Generale dell’Impero. Le zecche in attività sono state Chambery, S. Maurizio d’Agauno e Susa.
-Denari zecche di Chambéry, San Maurizio e Susa

FILIPPO I 1268-1285

Succede al fratello Pietro II, ottiene diversi benefici ecclesiastici e il papa Innocenzo IV lo nomina Gran Confaloniere della Chiesa e come tale ha il comando delle milizie in diverse imprese. Nel 1268 succede al fratello Pietro II e guerreggia contro il delfino di Vienne e in Svizzera e, in Italia, contro  il Marchese di Monferrato. Le zecche utilizzate furono Avignana, Chambèry, San Maurizio d’Agauno.
-Denari e Viennesi zecche di Chambéry, Avigliana, San Maurizio e San Sinfiorano d’Ozon

AMEDEO V 1285-1323

nel 1285 succede allo zio Filippo I, alla direzione dei domini sabaudi, e nel 1286 riceve sotto la protezione la città di Lione e stringe alleanza con Ottone Visconti essendo partecipe alle vicende politiche militari subalpine. Combatte una lunga guerra contro il delfino di Vienne e il conte del Genevese; poi capeggia una lega ai danni del Marchese Guglielmo di Monferrato. Successivamente reca valido aiuto nelle Fiandre a Filippo il Bello. Sostenitore di Enrico VII, e da lui nominato Vicario Perpetuo dell’Impero e Preside d’Italia. Ottiene la contea d’Asti, la città d’Ivrea e il Canavese. Guerreggia contro gli Angioini. Fece battere moneta nelle zecche di Avignana, Chambèry, San Sinfiorano d’Ozon e Susa. Nel 1306 fece una riforma monetaria che ebbe vigore per molto tempo stabilendo il rapporto tra il grosso tornese ed il denaro viennese utilizzato fino al regno di Emanuele Filiberto 1553-1580. Nel suo sistema monetario vi erano tre monete: il grosso, il bianco e il denaro o viennese. Appare per la prima volta, su alcune monete, lo stemma sabaudo con la croce.
-Denari, oboli, grossi, denari piccoli (detti di Savoia e di Piemonte)

EDOARDO 1323-1329

Affiancò il padre in Francia in aiuto a Filippo il Bello contro i Fiamminghi, distinguendosi nella battaglia di Mons-en-Puelle. In Savoia combatté contro il Sire di Faucigny. Nel 1323 succede al padre, dovette guerreggiare contro una lega dei signori di Vienne, del Genevese, del Faucigny, di Gex, ecc... . Nel 1326 istituisce a Chambèry  il Consiglio di Giustizia d’Appello, sottraendo il popolo all’arbitrio feudale.Nel 1328 aiuto Filippo di Valois, soprattutto nella battaglia di Montcassel. Batté moneta a San Maurizio d’Agauno.
-Forti e Viennesi

AIMONE 1329-1343

Nel 1329 succede al fratello Edoardo. Guerreggio contro il delfino di Vienne e ricevette l’omaggio del Genevesato. Per due anni (dal 1328 al 1340) recò aiuto alla Francia contro l’Inghilterra. Appoggiò Azzone Visconti in lotta contro il cugino Lodrisio.Dovette dedicare tutto il suo tempo di regno a restaurare le finanze scosse dalla prodigalità del fratello Edoardo.
Si distingue nelle monete un sistema di riconoscimento delle stesse:
2 globetti = obolo -
4 globetti = forte bianco = 2 oboli -
12 globetti = grosso dozzeno = 3 forti bianchi.
- Grossi, denari bianchi, grossi bianchi, dozzeni, oboli bianchi o mezzi dozzeni, denari bianchi ( ad imitazione di monete francesi), forti bianchi, denari, tornesi e oboli
Batté moneta a Avigliana, Chambèry, San Genisio, San Sifiorano d’Ozon, Donnaz, Bourg, Pont d’Ain.

AMEDEO VI 1343-1383

Nel 1343 succede al padre sotto la tutela di Ludovico II di Savoia-Vaud e del conte di Ginevra. Aiuto con esito positivo il cugino in lotta con i Marchesi di Saluzzo e di Monferrato, guerreggio ripetutamente nel Vallese che si era ribellato. Nel 1354 penetrò profondamente nel Delfinato. Sposando nel 1355 permutò con la Francia alcune terre del Delfinato e del Viennese con altre del Faucigny, successivamente acquisto la Baronia di Vaud. Dopo aver sconfitto i Marchesi del Monferrato e di Saluzzo, nel 1364 fondò l’Ordine del Collare composto da 15 cavalieri, che si unirono a lui nella crociata proclamata da papa Urbano V. Nel 1365 fu confermato da Carlo IV Vicario Imperiale d’Italia. Nel 1366 condusse con successo una Crociata in Oriente, al ritorno in Italia, sconfisse le milizie viscontee ed occupò parecchie terre. Nel 1381 fece da paciere tra Genova e Venezia per far finire la guerra di Chioggia, nel 1382 partecipò alla spedizione di Lodovico d’Angiò contro Carlo di Durazzo. Le zecche utilizzate erano Chambèry, Nyon, Pierre Chatel, Pont d’Ain, Saint Genix, Yenne, San Maurizio d’Agauno, Susa, e forse Thonon o Evian. Il Conte Verde (così era soprannominato) ha coniato la prima monetazione aurea sabauda.
-Fiorino d’oro, grossi, bianchi dozzeni, oboli bianchi, parpagliole, quarti di grosso, forti aquilani, escucellati, e  bianchi, denari ( tipo estero), viennesi escucellati, e contraffece anche moneta francese

AMEDEO VII 1383-1391

Succede al padre nel 1383. Guerreggio contro Odoardo; sire di Beaujeu, poi in Fiandra di sostegno al Re di Francia contro l’Inghilterra. Domò una rivolta nel Vallese nel 1384 e nel 1386 combattè contro il Marchesato di Saluzzo, nel 1387 sconfisse le milizie di Facino Cane nel Canavese. Nel 1388 ottenne la Contea di Nizza e altre terre vicine. Fissò il rapporto tra oro e argento, stabilendo come base la monetazione del fiorino d’oro di piccolo peso, batté moneta a Nyon, Pont d’Ain, Susa e Avigliana.
-Fiorini, scudi d’oro, grossi, mezzi, forti escucellati e neri, viennesi neri

AMEDEO VIII 1391-1434

All’età di 8 anni il 01.11.1391 succede al padre sotto la reggenza della nonna, Bona di Borbone, che era assistita da un consiglio comitale. Rincominciò la guerra con il Marchesato di Saluzzo. Fu eletto arbitro nella contesa fra il Duca di Milano, il Marchese di Monferrato e il Principe di Morea; acquistò il Contado del Genevese. Ottenne parecchie terre del Vercellese, invio aiuti al Duca di Borgogna, combatté contro il Duca di Borbone, fu un promotore di pace tra Francia e Inghilterra, costrinse Tommaso di Saluzzo a prestargli omaggio. Stabilisce gli Statuti dell’Ordine del Collare nel 1410. Nel 1416, sotto la sua reggenza l’Imperatore Sigismondo eresse la Savoia in Ducato. Nel 1418, Amedeo VIII ottenne i possessi degli Acaia in Piemonte; nel 1420 conquistò Sion, nel 1427 costrinse Filippo Maria Visconti a cedergli la città di Vercelli. Promulgò poi gli “Statuta Sabaudiae”; combatté contro il Monferrato, ed acquistò Chivasso e altre terre. Nel 1434 fondò l’Ordine di San Maurizio, sotto la regola di Sant’Agostino, si ritirò nell’eremo di Ripaglia con 6 cavalieri. Nel 1440 fu consacrato Pontefice con il nome di Felice V, in seguito alla deposizione di papa Eugenio IV da parte del Concilio di Basilea, ma rinunciò poi alla tiara.
-Zecche di: Aosta, Avigliana, Bourg, Chambéry, Ivrea, Moncalieri, Nion, Pont d’Ain, Torino e Aix Les Bains.
Battè come Conte: grossi tornei, grossi, mezzi, quarti, forti, denari bianchi, viennesi neri, oboli di bianchetto e di viennese.
Coniò come Conte: ducati d’oro, grossi, mezzi, quarti, forti, viennesi, bianchetti, ed oboli viennesi.

LUDOVICO 1434-1465

A 38 anni prende il Ducato per abdicazione del padre ed essendo morto il fratello Amedeo primogenito, ma il suo governo fu turbato da lotte interne e dissidi fra i suoi stessi parenti. Nel 1452 acquistò la Santa Sindone. Suo figlio Filippo divenne un oppositore. Aprì una zecca a Cornavin e rimise in funzione quella di Bourg.
-Ducati, scudi, mezzi scudi, doppi grossi, doppi bianchi grossi, mezzi grossi bianchi, quarti, forti, bianchetti, maglie di bianchetto ed oboli.

AMEDEO IX 1465-1472

A 30 anni succedette al padre. Si alleo con la Francia e combatté contro il Marchese di Monferrato. Nel 1469 si ritirò dal governo e fu istituita una Reggenza presieduta dalla Duchessa Iolanda, ma ci furono molti dissensi. Amedeo fu fatto prigioniero da un fratello e fu poi liberato dai Francesi. Dopo la morte fu dichiarato Beato.
- Ducati e scudi d’oro, doppi grossi, parpagliole, forti, oboli di bianchetto e di viennese.
Zecche di: Bourg, Cornavin e Torino.

FILIBERTO I 1472-1482

Sotto la reggenza della mamma Iolanda di Francia alla tenera età di 7 anni si trova davanti a gente che vuole trarre profitto della minore età del pargolo come gli zii Giacomo, Filippo e Gian Luigi, il Re di Francia, Luigi XI e Carlo il Temerario, duca di Borgogna. I domini sabaudi sono sconvolti con rapimenti continui di Iolanda e del suo figlio. Filiberto I muore a 17 anni a Lione, dove era stato portato alla corte di Luigi XI.
-Ducati d’oro, doppi grossi, grossi parpagliole, mezzi grossi, piccoli bianchi o mezze parpagliole, quarti, forti bianchetti ed oboli.
Zecche di: Bourg, Chambéry, Cornavin e Torino.

CARLO I 1482-1490

A 14 anni succede al fratello e sotto la tutela del Re di Francia Luigi XI a 21 anni assume i titoli di Re di Cipro, Gerusalemme e Armenia già spettanti allo zio Ludovico. Morì avvelenato a Pinerolo nel 1490 a 22 anni. Fu il primo Savoia che fece incidere il proprio ritratto e leggende di carattere religioso.
-

CARLO GIOVANNI AMEDEO 1490-1496

Sotto la reggenza di Bianca di Monferrato visto l’età del pargolo di 1 anno, nascono disaccordi per la capitale savoiarda disputata tra Chambèry e una città al di qua delle Alpi, ma la reggente sceglie per residenza la corte di Torino,  il governo sabaudo è attaccato da Filippo di Bresse, fino alla morte del Giovane all’età di 6 anni e precisamente avvenuta a Moncalieri il 16 Aprile 1496.

FILIPPO II 1496-1497

Nominato il “senza terra” perché non ebbe appannaggi fino all’età di 21 anni. Guerreggiò spesso anche contro la linea sabauda, succede a Carlo Giovanni Amedeo all’età di 53 anni, il suo pronipote. Morì un anno dopo la sua reggenza nel 1497 a Chambéry.

FILIBERTO II 1497-1504

Sotto la tutela di Bianca di Monferrato a 17 anni succede al padre. Sposa in prime nozze la cugina Iolanda di Savoia, morta giovanissima. Due anni dopo la sua reggenza (nel 1499) accolse a Torino Luigi XII re di Francia. Sposò in seconde nozze Margherita d’Austria. Mori all’età di 24 anni, nel 1504 a Pont d’Ain. Fece aprire la Zecca di Montluel.Fu il primo a coniare grosse monete d’argento del valore di quattro testoni.

CARLO II 1504-1553

Succede al fratello Filiberto II. Combatte contro gli abitanti del Vallese e si accordò con gli Svizzeri, che lo aiutarono contro la Francia. Nel 1518 trasformo l’Ordine del Collare in quello della Santissima Annunziata.
Sposo Beatrice di Portogallo cognata dell’Imperatore Carlo V dove ricevette in dono nel 1530 la Contea di Asti, del Marchesato di Ceva e della Signoria di Cherasco. Nel 1534 inizio una guerra contro gli Svizzeri, che occuparono in Genevese, il Chiablese, i territori di Vaud e Gex. Entro in guerra anche contro i Francesi che volevano il dominio del Piemonte ai danni di Carlo V, Nel 1536 i Francesi entrarono in Torino, Carlo II dovette rifugiarsi a Vercelli. Nizza fu assediata, ma sotto la guida di Emanuele Filiberto resistette eroicamente. I Francesi invasero il Piemonte tranne Vercelli, Cuneo, la Val d’Aosta e Nizza. Nell’assedio di Vercelli del 1553 morì Carlo II. Durante il ducato di Carlo II furono chiuse le zecche di Montluel, Cornavin e Bourg.

EMANUELE FILIBERTO conte di Asti 1538-1559 Duca 1553-1580

Detto Testa di ferro figli di Carlo II. Alla morte della madre nel 1538 all’età di soli 10 anni diventò Conte di Asti. Nel 1546 combatté contro la lega protestante di Smalcalda, prese parte alla battaglia di Muhlberg, nominato da Carlo V Governatore della Fiandra, collaborò alla presa di Bra e con la nomina di Comandante in capo dell’esercito imperiale tolse ai Francesi le Fortezze di Teruana e di Hesdin nel 1553.Dopo la morte del padre visto che in Piemonte non gli era rimasto quasi niente fece ritorno in Germania ottenendo una vittoria a Quesnoy. Assediò la città di San Quintino nel 1557, vinse a Gravelines nel 1558.Emanuele Filiberto con la pace di Chàteau-Cambresis ottenne la restituzione di gran parte dei domini paterni. Sposò Margherita di Valois, figlia di Francesco I di Francia. La Francia e la Spagna s'impegnarono a restituire le terre piemontesi ancora occupate. Costituì una marina sabauda che contrastò l’assedio posto a Malta dai Turchi, prese parte alla battaglia di Lepanto. Riunì gli ordini cavallereschi di San Maurizio e di San Lazzaro ricordato anche nelle sue monete. Un Savoia di una certa importanza visto il suo laborato, accentuò il carattere Savoiesco di italianità. Costituì un esercito regolare permanente, opere di fortificazione, fece Torino Capitale, promosse industrie e commerci. Dal 1576 si hanno la Quadrupla e il Tallero, e dal 1577 la Parpagliola aventi la croce di San Lazzaro incrociata con quella di San Maurizio. Fece una riforma monetaria coniando effettivamente la lira da 20 soldi dove ogni soldo costituiva 12 denari.

CARLO EMANUELE I 1580-1630
All’età di 18 anni succede al padre, tentò senza successo di conquistare Ginevra. Sposò Caterina figlia di Filippo II di Spagna. Per i diritti di successione del Marchesato di Saluzzo sconfisse i Francesi a Ravello, ma non contento vantò pretese al trono di Francia, allargando la guerra fece diversi trattati ottenendo il Marchesato di Saluzzo e lasciando diverse terre alla Francia. Tento di occupare Ginevra e si alleò a Enrico IV Re di Francia contro gli Spagnoli, ma alla morte del re di Francia le cose non si misero molto bene. Inizio nel 1612 la prima guerra di successione del Monferrato occupando molte terre, ma minacciato naturalmente da Francia e Spagna si dovette ritirare. Le guerre erano sempre accese, infatti, per la conquista del Piemonte gli Spagnoli avevano invaso questo territorio ma senza successo dovuto a Carlo Emanuele e suo figlio Vittorio Amedeo ma un ulteriore attacco a Vercelli nel 1617 fece arrendere i Savoia. La conquista dei territori da parte degli Spagnoli fece costituire una lega tra Duchi di Savoia, i Francesi e i Veneziani creando un ulteriore guerra contro gli Spagnoli nella riviera ligure vinta dai Savoia e alleati. L’anno successivo 1626 i Francesi fecero pace con gli Spagnoli. All'assegnazione del Monferrato a Carlo Gonzaga-Nevers (francese), Carlo Emanuele I iniziò la seconda guerra di successione del Monferrato occupando tutti i territori del Marchesato opponendosi alla calata di francesi in Piemonte, ma morì in guerra il 26.07.1630. Nel 1590 fece chiudere tutte le zecche di qua dai monti esclusa quella di Torino che coniava solo monete di metallo nobile, nel 1591 ordinava la chiusura di tutte le zecche della Savoia tranne quella di Chambéry dove vennero introdotte e coniate le monete di rame.

VITTORIO AMEDEO I 1630-1637

Sposa Maria Cristina di Francia figlia di Enrico IV, succede al padre alla direzione del Ducato battendosi contro i Francesi con ottimi risultati. Ottenne parte del Monferrato ma cedendo Pinerolo. Si alleò ai Francesi contro gli Spagnoli con molto successo. Morì forse avvelenato a Vercelli il 7 ottobre 1637. Le zecche attive furono Torino e saltuariamente Vercelli.

FRANCESCO GIACINTO 1637-1638

Succede al padre Vittorio Amedeo I sotto la reggenza della madre Maria Cristina di Francia, ma i cognati alleati con gli Spagnoli crearono una guerra civile. Morì all’età di 6 anni.

CARLO EMANUELE II 1638-1675

Succede al fratello sotto la reggenza della madre che sempre contrastata dai cognati abbracciati dal partito spagnolo la costrinsero ad abbandonare Torino ed a rifugiarsi con il pargolo in Savoia. Gli zii di Carlo Emanuele II dovettero consegnare il Piemonte in mano ai francesi, abbandonarono gli spagnoli e dovettero accordarsi con Maria Cristina per avere di nuovo la reggenza del Piemonte. Carlo Emanuele II sposò in prime nozze Francesca Maddalena di Orlèans e in seconde Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Aiutò i Veneziani contro i Turchi a Candia e fece una spedizione senza successo a Genova, morì nel 1675.Le zecche in attività furono Torino, Chambéry, Biella e Ivrea.La monetazione si divide in due periodi, monet coniate dalla reggenza o dagli zii e monete coniate dal duca uscito dalla minorità.

VITTORIO AMEDEO II 1675-1730

All’età di nove anni succede al padre Carlo Emanuele II, con la reggenza della madre Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Sposò Anna figlia di Filippo I di Orléans. Entro in guerra contro la Francia con le truppe imperiali guidate dal principe Eugenio di Savoia-Soissons. Ci furono molte conquiste e molte perdite di terre fino ad arrivare alla pace di Ryswyck (1697). Scoppiata la guerra di Successione Spagnola si alleò ai Francesi ma nel 1703 passò dal lato opposto ottenendo le vittorie a Pianezza e alla Venaria. Nel 1713 con il trattato di Utrecht ottenne la rettifica dei confini con la Francia e tutti gli antichi domini dei Savoia e in più la Sicilia con il titolo regale. I trattati di Londra e l’Aia nel 1720 Vittorio Amedeo II cambiò la Sicilia con la Sardegna sempre con il titolo regio con Carlo VI d’Austria. Siccome le zecche della Sardegna erano chiuse la monetazione sarda fu effettuata a Torino sul sistema di conto basato sulla lira speciale, suddivisa in reali, risultando più forte della lira piemontese.

CARLO  EMANUELE III 1730-1773

Nacque a Torino nel 1701, salì al trono in seguito all’abdicazione del padre nel 1730.Sposò in prime nozze nel 1722 Cristina Luigia di Baviera Sulzbach, in seconde nozze Polisenna d’Assia-Rheinfels e in terze nozze nel 1737 Teresa Elisabetta di Lorena. Combattè molte battaglie per ottenere altri territori (Stato di Milano) alleandosi a Francia Spagna contro l’Austria poi si alleò all’Austria contro gli Spagnoli e di nuovo contro i Francesi per mantenere il dominio piemontese. Nel 1755 fece una riforma monetaria. Morì nel 1773.

VITTORIO AMEDEO III 1773-1796

Nato nel 1726, prese parte alle ultime battaglie con il padre fino al 1773 che gli successe al trono, sposò Maria Antonietta. I francesi occuparono le zone di suo dominio fino a batterlo. Questo permise la fulminea azione di Napoleone Bonaparte nel 1796 che costrinse Vittorio Amedeo III all’armistizio di Cherasco. Morì a Moncalieri nel 1796.

CARLO EMANUELE IV 1796-1800

Nasce a Torino il 24 maggio 1751, sposa nel 1775 Maria Clotilde di Borbone, nel 1796 succede al padre Vittorio Amedeo III  alla corona di Sardegna. Il 06.12.1798 i francesi chiedono l’abdicazione di Carlo Emanuele IV minacciando Torino con i cannoni . Ottengono l’abdicazione il 09.12.1798 e il giorno dopo costituiscono la Repubblica Piemontese. Il 20.06.1799 le forze austo-russe comandate dal generale Suwarow, conquistano la cittadella in Torino mettendo in fuga i francesi. Con il presidio di queste forze si instaura di nuovo il governo sabaudo allo stato nominale visto che il re rifugiato in Sardegna non riesce a raggiungere il Piemonte. Nel mese di Agoto 1799 il fratello de re Vittorio Emanuele duca d’Aosta ritorna a Torino mettendosi in contrasto con gli austriaci. Il 14.06.1800 il generale Napoleone Bonaparte sconfigge gli austriaci a Marengo, rioccupando Torino e il Piemonte costituendo La Repubblica Subalpina, sconfiggendo di nuovo il dominio dei Savoia.

CARLO FELICE 1821-1831
Riceve il titolo di duca del Genovese, viene anche nominato vice-Re di Sardegna.
CARLO ALBERTO 1831-1849

Il 27 aprile 1831 sale al trono, succedendo a Carlo Felice.  Il 23 marzo 1849 subisce la sconfitta di Novara e il giorno successivo abdica al figlio Vittorio Emanuele II e parte subito per l’esilio. Muore il 28 agosto 1949 a Oporto in Portogallo.


VITTORIO EMANUELE II RE DI SARDEGNA 1849-1861

Il 18 febbraio 1861 si inaugura a Torino il primo Parlamento Italiano, composto da 343 deputati, il quale proclama il 17 marzo dello stesso anno Vittorio Emanuele II “re d’Italia”. Con il plebiscito del 2 ottobre 1870 si sancisce l’annessione di Roma all’Italia; e nel giugno del 1871 la capitale viene portata da Firenze a Roma.


UMBERTO I 1878-1900

Prende parte volontariamente alla III guerra d’indipendenza a capo della XVI divisione, si copre di gloria a Villafranca nella giornata di Custozza. Il 10 gennaio del 1878 sale al trono, durante il suo regno si merita  l’appellativo di “Re Buono”. Muore assassinato da un anarchico, a Monza il 29 luglio del 1900.


VITTORIO EMANUELE III 1900-1943

Fornito di una educazione accuratissima, dotato di un ingegno acutissimo e di memoria prodigiosa, è uno degli uomini più colti dei suoi tempi. Fonda nel 1894 a Roma “l’Istituto Internazionale di Agricoltura”. Nel 1901 inizia la sua prima monetazione. Sin da ragazzo raccoglieva monete che diventerà in seguito una delle più importanti collezioni del mondo, e per dimostrare il suo attaccamento all’Italia la donerà in seguito al popolo italiano. Scrive il Corpus Nummorum Italicorum, l’opera di nove volumi ove sono classificate e descritte le monete italiane. Si conclude sotto il suo regno l’epoca risorgimentale con il completamento dell’Unità d’Italia. Il 9 maggio 1936 assume il titolo di “Imperatore d’Etiopia” e nell’aprile del 1939 quello di “Re dell’Albania”. Il 10 aprile 1946 abdica in favore del figlio Umberto II e assunto il nome di conte di Pollenzo parte con la regina per l’Egitto. Muore in esilio il 28 dicembre 1947.


UMBERTO II 9 MAGGIO 1946 / 2 GIUGNO 1946

All’abdicazione formale del padre, Umberto assume la corona d’Italia il 9 maggio 1946, dopo la proclamazione ufficiale dei risultati del referendum da parte della corte di cassazione e dopo l’assunzione dei supremi poteri dello Stato da parte del Governo, egli lascia la carica e il paese, sciogliendo militari e funzionari dal giuramento di fedeltà alla Monarchia; da allora va a vivere a Cascais nel Portogallo con il titolo di Conte di Sarre. Dicono che non furono coniate monete nel suo regno ma sicuramente la serie da 1-2-5-10 Lire del 1946 che al posto di Repubblica Italiana porta la scritta Italia nacquero nel suo regno.