La scienza numismatica |
Scienza che studia le monete sotto ogni loro aspetto: economico, sf. [sec. XIX; da numismatico] Scienza che studia le monete sotto ogni loro aspetto: economico, storico, artistico, giuridico, di storia delle idee e della cultura. Si divide in varie branche: numismatica antica, medievale e moderna, bizantina, orientale, tra le quali però è talora difficile stabilire precisi limiti geografici e cronologici. § Le monete aventi interesse storico o artistico rientrano nel più ampio campo del patrimonio storico e artistico del Paese, tutelato dalla Costituzione. Antiquata e inefficace è rimasta purtroppo la legislazione, che dovrebbe far rispettare il dettato costituzionale. Cenni storici: le originiLe origini della scienza numismatica risalgono al rinnovato interesse per l'antichità classica sviluppatosi in Italia sotto l'influsso dell'Umanesimo, sebbene la conoscenza delle monete romane non fosse mai venuta meno durante il Medioevo. Il primo numismatico e collezionista di monete è considerato Francesco Petrarca, che non solo raccoglieva monete romane, ma le considerava anche una fonte per la conoscenza della storia di Roma antica. Nel sec. XV umanisti e scrittori, quali Poggio Bracciolini o Bernardo Rucellai, trattano di monete nelle loro opere. Nello stesso secolo nasce anche il grande collezionismo numismatico a opera di signori o umanisti, tra i quali sono da ricordare soprattutto il papa Paolo II Barbo e Cosimo de' Medici, la cui collezione fu continuata dal nipote Lorenzo il Magnifico. Nel sec. XVI con il De asse di Guillaume Budé (Parigi, 1514) e l'Illustrium imagines di Andrea Fulvio (Roma, 1517) iniziò per la numismatica, nonostante gli errori e le ingenuità dovuti alle scarse conoscenze dell'epoca e alle insufficienze metodologiche, una fase di maggior approfondimento come scienza autonoma, al di là degli intenti umanistici o collezionistici. Dopo di loro numerosi furono gli studiosi che si occuparono di monete: tra gli altri si ricordano H. Goltz (Thesaurus rei antiquariae huberrimus, 1579) e F. Orsini (Familiae romanae, 1577), J. Vaillant, uno dei più dotti numismatici del sec. XVII, André Morell,A. Banduri, Joseph Pellerin, J.-J. Barthelemy, A. L. Millin, che succedette a Barthelemy nella direzione del Cabinet des Médailles di Parigi; tutti benemeriti del progresso degli studi numismatici sia per i loro scritti sia per l'attività come collezionisti o come direttori di grandi gabinetti numismatici.
Cenni storici: dal XVIII secolo agli studi contemporaneiMa chi segnò una svolta negli studi numismatici fu l'abate Joseph H. Eckhel, direttore dal 1774 del Gabinetto Numismatico imperiale di Vienna e titolare della prima cattedra di numismatica all'università, autore della Doctrina nummorum veterum (Vienna, 1792-98) con il quale gli studi numismatici entrarono in una nuova era. Il sec. XIX vide da una parte l'opera poderosa di catalogazione svolta da D. Sestini, da T.-E. Mionnet, dai padri Marchi e Tessieri, poi da H. Cohen, J. Sabatier, E. Babelon, e culminata nel Ventesimo secolo nei grandi cataloghi dei Musei, nelle Sillogi, nei Corpora, e dall'altra l'opera di revisione critica delle nozioni acquisite, di sistematizzazione della disciplina, nella quale si distinguono B. Borghesi, C. Cavedoni, P. P. D'Ailly, F. de Saulcy e altri fino a T. Mommsen che con la sua "Geschichte des römischen Münzwesens" (1860; Storia della moneta romana) ci dà il primo trattato della moneta romana considerata soprattutto dal punto di vista giuridico, cronologico e metrologico. È del sec. XIX anche la grande sintesi, rimasta incompiuta, di C. Lenormant, La monnaie dans l'antiquité (1878-79), ripresa con intenti più ampi da E. Babelon col Traité des monnaies grecques et romaines (1901-27), anch'esso incompiuto. In ritardo rispetto agli studi di numismatica antica sorgono quelli di numismatica medievale. Nel sec. XIX anche per la numismatica medievale e moderna si hanno vaste opere di sintesi, che riguardano però non solo la numismatica italiana, ma tutta la numismatica medievale e moderna: si ricordano l'opera di J. Lelewel, "Numismatique du Moyen Âge" (1835) e quelle di A. Engel e R. Serrure, "Traité de numismatique du Moyen Âge" (1891-1905) e " Traité de numismatique moderne et contemporaine" (1897-99). Numerose sono anche le monografie su singole zecche a opera di G. B. Vermiglioli, D. Promis, A. Cinagli, C. Brambilla, i fratelli Gnecchi, Fr. Papadopoli-Aldobrandini, ecc. Durante il sec. XIX mancano però, e salvo eccezioni, dei lavori di catalogazione, la cui mancanza si farà sentire anche nel secolo successivo. Gli studi attuali di numismatica si avvalgono comunque di nuovi criteri di indagine, di metodi di lavoro più raffinati, di una conoscenza sempre più approfondita del materiale, aiutati in ciò anche dalla perfezione tecnica e dalla diffusione raggiunte dalla fotografia. Grande importanza hanno assunto l'indagine metrologica, le cui basi erano state gettate nel secolo scorso da Brandis e dall'Hultsch, e la ricerca e l'analisi dei ritrovamenti monetali. Un po' attardati rispetto a quelli di numismatica antica risultano in Italia gli studi di numismatica medievale e moderna, dominati in questo secolo dalla monumentale opera del "Corpus nummorum italicorum" di Vittorio Emanuele III, ma per i quali si notano segni di promettente ripresa.
*Enciclopedia Treccani |