La monetazione inglese si distingue tra quella dei Sassoni e tra quella
dopo l'invasione dei Normanni, a sua volta divisa in tre periodi.
Nei primi tempi normanni, gli Italiani, i Fiamminghi ed i Giudei,
imprestatori di denaro, portarono in Inghilterra le monete d'oro straniere.
Ma dobbiamo subito ricordare che sino al tempo di Edoardo III (1327-1377) nessun
sovrano inglese coniò moneta d'oro, eccetto forse il penny d'oro di
Enrico III (1216-1272) calcolato 20 denari d'argento e probabilmente mai messo in circolazione.
Riproduzione del penny d'oro di Enrico III
Obverse Facing portrait of enthroned king holding orb and sceptre Lettering: HENRIC REX : III Translation: King Henry III Reverse Voided long cross, pellets and flowers in angles Lettering: WILLEM ON LVND : Translation: William of London
diritto Affrontare il ritratto di re in possesso di globo orb e scettro Scritta: HENRIC REX: III Traduzione: Re Enrico III Inverso Vuoto a lunga croce, pallini e fiori negli angoli Lettering: WILLEM ON LVND: Traduzione: William of London
1257-1272 21 mm
* Until the reign of King Henry III of England (1216–1272), any need in England for coins worth more than one penny, at the time a silver coin, was met by the use of Byzantine or Arabic gold and silver coins which circulated among merchants and traders. However, as commerce increased, so did the need for higher value coins. In 1257 Henry instructed his goldsmith, William of Gloucester, to produce a coinage of pure gold.
* The gold penny was introduced, with a value of twenty pence. The coin's obverse showed the king enthroned, with the legend HENRICUS REX III (King Henry III), while the reverse contained a long cross extending to the edge, with a flower in each quarter, and the moneyer's name in the legend, thus WILLEM ON LUND (William of London).
* The gold penny was not popular. Carte, in his history of England, says that the citizens of London made a representation against them on 24 November 1257, and that the King was so willing to oblige them, that he published a proclamation, declaring that nobody was obliged to take it (the gold penny), and whoever did, might bring it to his exchange, and receive there the value at which it had been made current, a halfpenny on being deducted, probably for the coinage.
* Compared to its bullion weight, the coin was undervalued. By 1265, the gold in the coin was worth twenty-four pence rather than twenty, and it is believed that most of the coins were melted down for profit by individuals. Gold coins would not be minted again in England until the reign of King Edward III about 70 years later.
* As all the coins were recalled and melted down, the gold penny completely disappeared from view, and all knowledge of its prior existence was forgotten. However, in the 1700s, documentation came to light indicating that it had been minted. Inevitably, a few coins escaped the melt—perhaps being lost. Now, a handful of the gold pennies have come to light—possibly eight in all.
* Fino al regno di Re Enrico III d'Inghilterra (1216-1272), ogni bisogno in Inghilterra di monete che valevano più di un centesimo, all'epoca una moneta d'argento, fu soddisfatta dall'uso di monete d'oro e d'argento bizantine o arabe che circolavano tra mercanti e commercianti. Tuttavia, con l'aumento del commercio, aumentava anche la necessità di monete di valore più elevato. Nel 1257 Enrico istruì il suo orafo, William of Gloucester, a produrre una moneta d'oro puro.
* Fu introdotto il penny d'oro, con un valore di venti pence. Il dritto della moneta mostrava il re in trono, con la scritta HENRICUS REX III (Re Enrico III), mentre il rovescio conteneva una lunga croce che si estendeva fino al bordo, con un fiore in ogni quarto e il nome del denaro nella legenda, quindi WILLEM ON LUND (William of London).
* Il penny d'oro non era popolare. Carte, nella sua storia d'Inghilterra, dice che i cittadini di Londra fecero una rappresentazione contro di loro il 24 novembre 1257, e che il re era così disposto a obbligarli, che pubblicò un proclama, dichiarando che nessuno era obbligato a prenderlo ( il penny d'oro), e chiunque l'abbia fatto potrebbe portarlo al suo scambio e ricevere lì il valore al quale era stato reso attuale, un mezzo penny da dedurre, probabilmente per la monetazione.
* Rispetto al suo peso di lingotti, la moneta è stata sottovalutata. Nel 1265, l'oro nella moneta valeva ventiquattro penny anziché venti, e si ritiene che la maggior parte delle monete venissero fuse a profitto dagli individui. Le monete d'oro non sarebbero state coniate di nuovo in Inghilterra fino al regno di Re Edoardo III circa 70 anni dopo.
* Quando tutte le monete furono richiamate e fuse, il penny d'oro scomparve completamente dalla vista e tutta la conoscenza della sua esistenza precedente fu dimenticata. Tuttavia, nel 1700, la documentazione venne alla luce indicando che era stata coniata. Inevitabilmente, alcune monete sono sfuggite allo scioglimento, forse perdersi. Ora, una manciata di monete d'oro sono venute alla luce, forse otto in tutto.
Nel primo che va sino ad Edoardo III (1327-1377) le grosse somme si pagavano a peso
e le piccole monete servivano per i piccoli affari.
In quest'epoca l'argento era l'unica
moneta nazionale e non ve ne era più alta di un penny,
mentre tutta
la moneta d'oro
in circolazione proveniva da fuori, importata dai mercanti, come detto.
Quando Edoardo I (1272-1307) coniò i 4 denari (four pences) li chiamò
groats o
grandi monete ma esse non circolarono sino ad Edoardo III.
L'oro si calcolava a peso per un valore maggiore 9 volte dell'argento.
Nel secondo periodo si introdusse gradatamente
una moneta d'oro nazionale e la si fece scendere sino alle piccole somme; ideate durante il regno di Edoardo III, esse riflettono nelle loro iscrizioni i problemi economici, sociali e politici del loro tempo.
La prima del valore di 6 shilling e 8 pence,
era detta "NOBLE" o Nobile e la sua coniazione iniziò tra la fine del 1343 e l'inizio del 1344.
"In Inghilterra non si fa rimontare la moneta d'oro che
all'anno 1345, sotto Edoardo III.
L'emissione che ne aveva già fatta Enrico III
verso il 1257 era stata insignificante." **
L'intento di una doppia moneta, con due tipi distinti
Esso nasceva dalla continua variazione del valore relativo fra oro e argento, e dal graduale
svilimento delle monete d'argento. I denari da Guglielmo I sino a Enrico III (1216-1272) erano regolati in ragione di una lira per una libbra d'argento,
cioè il valore della riforma carolingia.
Di grado in grado si scese sino a lire 6 e scellini 6 per libbra d'argento nell'Ottocento.
Anche l'oro variò, causa le mutazione per equlibrare il calo dell'argento e in parte causa le esigenze dei tempi:
i fiorini di Edoardo III (1327-1377) rendevano 15 lire per libbra d'oro, i nobili di Edoardo IV erano 22 lire e 15 scellini, mentre Enrico VIII (1509-1547)
coniò, in anni diversi, sovrane da 27 lire, da 28 lire e 16 scellini, e da 30 lire per una libbra d'oro. Edoardo VI (1547-1553) arrivò a 33,34 e 36 lire.
Le monete d'oro furono in circolazione per tanti fardini ad ogni pezzo e questo valore si mantennero sempre in uno stato di oscillazione.
Quindi veniva la necessità di un continuo ragguaglio tra le diverse monete delle diverse epoche.
Posando gli occhi sulle "Note e domande" in cui si trova un estratto dei conti dati dai Guardiani della Chiesa, nel 1551, i quali due volte danno credito di una somma perduta
per "decadimento di moneta".
Elenco dei regnanti inglesi, necessario per capire le successioni.
** Lord Liverpool, pag. 40 della ristampa del 1846.
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