Moneta d'oro coniata dal 1664 sotto il regno di Carlo II. Sembra il nome derivi dalla Guinea,
regione africana colonia portoghese, da dove proveniva la maggior parte
dell'oro per la coniazione. Fu la moneta che rispecchiò il modo di
vivere dell’aristocrazia inglese per secoli. Le ghinee non si coniarono più dopo il 1813.
Il 27 marzo 1663, la Corona britannica dichiarò la Ghinea moneta ufficiale e questa fu
una
delle misure che Carlo II attuò per riformare e modernizzare il circolante britannico.
Essa fu,
nel 1664,
la prima moneta britannica d'oro a corso legale ad essere
coniata
meccanicamente.
Quasi certamente il nome deriva dalla Guinea, regione africana
da
dove
proveniva la maggior
parte dell'oro usato per la
coniazione; scoperta dai portoghesi e
da
loro già sfruttata quasi due secoli
prima, il termine Guinea indicava all'incirca tutta la costa africana da Capo Rosso sino al Camerun, e comprendente la famosa Costa d'Oro. In seguito per le notevoli emissioni della
Ghinea fu
il Brasile a fornire il maggior quantitativo d'oro, conseguenza della scoperta
di ricchi giacimenti auriferi, sempre effettuata dai portoghesi; le relazioni tra Inghilterra e Portogallo migliorarono sempre più sino al
tempo della Regina Anna in cui il paese lusitano divenne il principale alleato dell'Inghilterra.
Fu la moneta che più di ogni altra rispecchiò
il modo di vivere dell’aristocrazia inglese per secoli. Infatti se qualcuno casualmente, si fosse trovato ad
un’asta di cavalli
nell'Inghilterra di metà
del Novecento, si sarebbe stupito nel notare come i rilanci fossero
ancora effettuati in ghinee.
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La prima Ghinea coniata / 1 Guinea - Charles II (3° busto) 1664-1673
La leggenda vuole che l’imbarazzante differenza tra le monete belle in uso in Francia, viste da
Carlo II durante il suo esilio, e le modeste inglesi avrebbero spinto il re, dopo il suo ritorno in
patria, a nominare come responsabile un tecnico
francese di nome Pierre Blondeau e ad
acquistare innovative macchine da conio.
Il valore originario era di 20 scellini (un pound sterling) ma cambiò
più volte nel corso
del tempo a causa delle oscillazioni del prezzo dell'oro e
della modifica del sistema monetario.
Era valutata 21 scellini e 6 pence tra il 1698 e il 1717, anno in cui fu svalutata a 21 scellini, durante la
guida di Newton della zecca d'Inghilterra.
These coins were struck at 44½ to the pound troy, giving a standard weight of 24/89 troy ounce (129.4 grains).
Oro a 22 carati in 8.53 grammi,
portati
a 8,39 dalla seconda emissione del 1672, quindi sempre circa la metà
di una Sovrana dell'epoca Tudor; il diametro variava tra i 25 e i 26 mm.
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La seconda Ghinea coniata / 1 Guinea - Charles II (4° busto) 1672-1684
Nel XVIII° secolo vennero coniate anche la mezza ghinea, il terzo di ghinea e il quarto
di ghinea. Le monete da due e da cinque ghinee appartenevano
ad un’epoca precedente.
Una delle nuove denominazioni introdotte fu quella da 5 ghinee
abbellita del ritratto reale
sul dritto mentre il rovescio fu dedicato agli stemmi di Inghilterra,
Scozia, Francia e Irlanda.
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La Ghinea di Maria II e di Guglielmo III d’Orange /1 Guinea - William & Mary 1689-1694
Una caratteristica peculiare della nuova moneta fu il piccolo elefante sotto il busto del
sovrano. Proprio come il nome, questo elemento allude all’origine “esotica”
dell’oro che fu
utilizzato per la battitura.
Nel 1618, il re inglese aveva concesso ad una società commerciale, divenuta nel 1663 la “Company of Royal Adventurers
of England Trading to Africa”,
l’autorizzazione per il commercio con l’Africa occidentale
e il logo prescelto dalla società
fu
un elefante con il castello sulla schiena.
Lo stesso simbolo, o
la sua variante
semplificata,
senza il castello, è raffigurato sul
primo tipo di
5 ghinee di
Carlo II dal 1668.
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Ghinea della Regina Anna / 1 Guinea - Anne 1702-1707
Obverse die varieties:
Following a successful Anglo-Dutch expedition against Spain, bullion seized in Vigo Bay was
sent to be minted into coin and the coins made from this haul had the word VIGO placed
below the Queen's bust.
La riforma monetaria del 1813 rese le ghinee definitivamente obsolete e, come noto,
diede
il via al successo mondiale della sovrana d’oro.
Solo gli aristocratici ancora aggrappati ai
bei vecchi tempi continuarono a lungo a far di conto in ghinee, quando andavano dal sarto o quando, come accennato all’inizio, si recavano a comprare un cavallo all’asta. E anche se la
sterlina (come valuta, la moneta relativa si chiama sempre Sovrana) monopolizza ormai in
modo assoluto l’economia britannica, l’epoca d’oro della sua antenata riecheggia nel
galoppo
dei cavalli che ogni anno partecipano alla “Coppa delle mille ghinee”.
Nel romanzo "L'isola del tesoro"di R.L. Stevenson scritto nel 1887 e ambientato nel secolo precedente, il bieco Capitano Billy Bones offre 4 ghinee al proprietario della locanda
"Ammiraglio Bemblow", il padre
di John, come anticipo sulle spese di vitto e alloggio. Nelle settimane passate alla locanda, le ghinee del Capitano non bastavano più a mantenerlo,
soprattutto a causa del rum che tracannava ogni giorno. Quando John e la madre aprono
il baule del Capitano morto, trovano un sacchetto colmo di monete d'oro di vari paesi, ma
la madre riesce a contare solo in ghinee per prendersi
ciò che le era dovuto, non sa
contare con le monete d'oro straniere presenti nel sacchetto.
La Ghinea è a volte citata anche negli scritti di Sir Arthur Conan Doyle ambientati in epoca Vittoriana. Sherlock Holmes prometteva una Ghinea ai suoi Irregolari di Baker Street nei
casi
di avvistamenti o soffiate di grossa importanza. A Victor Hatherley, nell'avventura del
"Pollice dell'ingegnere", erano state promesse 50 ghinee per il controllo della pressa idraulica
usata per falsificare le mezze corone d'argento.
Invece, quando si tratta di precisare reddito o ricchezza delle persone, le valutazioni sono
sempre espresse in sterline. La "Lega dei Capelli Rossi" offre a Jabez Wilson 4 sterline a
settimana (cifra notevole) per il lavoro di copiatura dell'Enciclopedia Britannica.
Lo stipendio annuo di Violet Hunter ammonta a 120 sterline.
Considerazioni sul valore della Ghinea
Contando dalla fine del secolo XVII, l'Inghilterra è il teatro di una lotta continua
fra i due
metalli.
La legislazione offre una serie di compromessi fra la preferenza
del pubblico per
l'oro, e il desiderio del governo di non abbandonare
l'argento.
Infine, dopo più di cento anni di tentennamenti il vantaggio è rimasto,
cosi nella legge come
nella pratica, all'oro che aveva la predilezione nazionale.
La riſusione generale, che si fece a
grandi spese nel principio del regno di
Guglielmo III , ebbe per oggetto di dotare il paese
di una moneta d'argento della
quale si battè un valore di 6.862.909 lire sterline (circa 175
milioni di franchi francesi),
ma si mantenne la moneta d'oro. Frattanto, in quel
momento,
il rapporto fra l'oro
e l'argento cessò di essere imperativamente fissato dalla
legge: il
Parlamento si
era contentato d'indicare un massimo che l'oro non potesse eccedere
relativamente all'argento.
Si credeva aver fatto tutto quello che occorreva nell'interesse della moneta
d'argento, ma
non
fu vero. L'oro rimase la moneta più usuale nel commercio.
Nel 1717 il grande Newton, che era mastro della Zecca e che trovava il tempo, in mezzo
ai
suoi meravigliosi lavori scientifici, di adempiere ai doveri di quella
carica, dichiarava, in una relazione, che se non vi si provvedesse tosto, non
rimarrebbe più che una debolissima parte
delle monete
di argento che si
avevano
fabbricate con tanto grande dispendio.
Per un capriccio difficile a spiegarsi, il pubblico pigliava allora la ghinea
d'oro per 21 e 1/2
scellini d'argento, quantunque intrinsecamente, secondo
il valore comparato delle verghe
dei due metalli, essa non avesse dovuto passare che per 20 e 1/2 scellini o 20 e 2/3 scellini. Newton propose, come unico mezzo che
vi fosse di salvare la moneta d'argento, di fissare imperativamente il valore della
ghinea ad una somma d'argento che fosse al disotto di
quello
che era ammesso
abusivamente.
Secondo lui, perchè vi fosse parità, il corso legale della ghinea
relativamente all'argento
avrebbe dovuto essere messo a 10 o 12 denari al disotto di 21 e 1/2 scellini.
Per una inconseguenza sorprendente da parte di un intelletto così fermo e così potente,
egli non credette però
dover consigliare una diminuzione di più di 6 denari sul corso usuale.
Conformemente alla relazione di Newton, un regio proclama ordinò che il pari della
ghinea
fosse
di 21 scellini. Questo rapporto era reso assolutamente obbligatorio
per tutti. La misura
fallì compiutamente il suo scopo, mirava a restituire
il favore alla moneta d'argento ma
assicurò la preminenza all'oro, poichè lasciava
a questo un corso superiore a quello che
avrebbe dovuto
essere il prezzo comparato delle verghe.
Insino ad allora le ghinee erano indicate dalle ordinanze come valore di 20 scellini; era
per tolleranza che il governo le aveva lasciate circolare per 21 e 1/2 e le aveva prese
esso medesimo
a codesta misura in pagamento delle imposte. Le pezze d'oro non erano positivamente investite dalla legge
del privilegio che fa l'essenza della moneta, quello di
non potere essere rifiutate
in pagamento, ciò che si dice in Inghilterra essere "legal tender", quantunque
l'uso onnipotente, al di là dello Stretto, fosse di riceverle senza contraddizione.
Il
nuovo proclama ne fece un "legal tender", sul piede di 21 scellini: a questa misura nessuno poteva rifiutarle, quantunque non valessero realmente che 20 scellini e mezzo o 20 scellini e
due terzi. Perciò, da quel momento, l'oro è stato di
fatto la moneta dell'Inghilterra. Le monete
d'argento non vi furono neanche rinnovate durante l'intero corso del secolo XVIII°; secondo
Lord Liverpool, dal
1717 al 1800, non se ne è battuto che per 648.748 lire sterline, mentre
usciva
dalla zecca una massa d'oro quasi incalcolabile.
Nel 1774, una legge stabilì che d'oggi in poi la moneta d'argento non
fosse più ammessa in pagamento se non fino alla concorrenza di una somma di
25 lire sterline (circa 630 franchi );
al di là di questa somma, il creditore non
era tenuto di prendere la moneta d'argento che a
peso, sul piede di 5 scellini e
2 pence per oncia.
Era ammettere tra i due metalli il rapporto
di 15,21 ad 1.
Infine, nel 1816, passò la legge la quale non riconosceva altra moneta che
quella d'oro.
Da quel momento, l'argento ha cessato di essere per i debitori la
materia di un'offerta legale,
un "legal tender", riguardo qualunque pagamento
in cui si tratti di una somma maggiore
di
2 lire sterline, perchè la più grossa
moneta d'oro è di 2 lire.
ı
Si veda la Storia delle monete inglesi ! |