Oggi nel mondo ci sono circa 5000 monete complementari, di cui 700 solamente
in Giappone. Sono nate un po' come funghi, come sono nate anche in altri
periodi storici, e lo abbiamo appena visto durante la Grande Depressione.
Quando il sistema bancario, basato sull'usura, come abbiamo fin qui descritto,
esagera, e quindi la crisi si diffonde tra i cittadini, è chiaro
che le masse reagiscono spontaneamente con questa creazione di valuta
complementare.
In Giappone, all'indomani del 1995 c'erano circa 30.000
suicidi economici all'anno, per bancarotta o fallimento, un personaggio
importante dell'ambiente bancario è uscito dal sistema e ha cominciato
a creare queste valute alternative per cercare di risolvere la situazione
di povertà. Qualcosa di simile è successo anche in Argentina
dove le province si sono messe a stampare ed emettere della valuta locale
complementare.
Inoltre si contano numerose monete elettroniche ideate con il medesimo scopo.
Invece il vecchio gettone telefonico italiano assunse negli anni il ruolo di moneta, ma
per motivi diversi totalmente diversi: la gente aveva fiducia nella sua liquidità, anche
se nessuno spingeva per usarlo a ciò.
Bisogna sostenere una rapida diffusione di valute complementari, perché
potrebbero essere un passo per stabilizzare la situazione e far da ponte
di passaggio tra l'attuale sistema ingiusto e illegale e un sistema futuro
dove il Signoraggio sia chiaro, trasparente e si sappia soprattutto dove
va a finire e a che scopi viene destinato.
Monete complementari sono molto diffuse negli USA, una delle più famose è nella città di Ithaca.
La moneta deperibile di Gesell :
Nel 1931 in una cittadina del Tirolo (Woergl), il sindaco, per risolvere
la grande
depressione,
decise di battere la propria moneta. Si trattava
di una moneta molto
particolare, perché era deperibile, cioè
perdeva valore nel tempo. Per tenerla in corso
infatti, chi possedeva
le banconote doveva apporvi ogni mese un bollo, che costava
l'1%
del valore
nominale
della moneta (in una moneta per esempio da 10 scellini ogni
mese
si doveva attaccare
un bollo di 0,1 scellini).
Di fatto la moneta perdeva
ogni anno il 12% del suo valore.
L'emissione del sindaco era
coperta alla
pari da una somma in veri scellini depositati
nella banca del comune.
Tutti gli impiegati del comune iniziarono a prendere lo stipendio con
la nuova moneta.
Inizialmente i bottegai si rifiutarono di accettare la
nuova moneta, ma poi furono
costretti perché in circolazione c'era
poco denaro, quasi niente.
Presto tutti l'accettarono per il solo fatto
che chiunque altro l'accettava (oggi l'euro è
valido solamente
perché noi lo accettiamo). La presenza di questa moneta deperibile,
che nessuno aveva interesse ad accumulare, fece risorgere l'economia comunale
e aumentare la circolazione monetaria. Era dal 1926 che il paese non vedeva
tanti introiti: furono asfaltate strade e fatti moltissimi altri lavori
pubblici.
Il sindaco raccontò felicissimo ai giornalisti (questo fu l'errore
fatale) che il 12% annuo estratto dalla bollatura delle banconote, lui,
l'aveva reinvestito e speso per il bene della popolazione, e che, dato
il ritmo della circolazione, ogni mese il Comune vedeva tornare nelle
sue casse venti volte l'ammontare dei primi stipendi pagati con le banconote
deperibili. Il 2000%.
Senza nemmeno saperlo il sindaco aveva rivelato
due segreti vietatissimi:
1) l'enorme profitto che il sistema bancario estraeva dalla circolazione
2) l'immenso e occulto profitto che l'emissione regalava a chi
batte
la moneta
Immediatamente la Banca Nazionale austriaca intervenne abolendo quel fastidioso
concorrente. La moneta deperibile fu bandita e resa illegale nel 1933 perché
contraria al monopolio monetario
accordato alla banca centrale, cioè contraria
agli interessi dei
banchieri.
L'idea della moneta deperibile ha un inventore ben preciso,
il commerciante e importatore tedesco Silvio Gesell (1862-1930).