Peso e valore delle monete romane |
La Roma repubblicana conobbe inizialmente il bimetallismo argento-bronzo, fissato con la ratiodenararia del 269 a. C. di un denario d’argento di 6 scrupoli (uno scrupolo = 1,137 grammi circa) contro 10 assi di bronzo di 72 scrupoli l’uno, con un rapporto argento-bronzo di 1 a 120. Con la riforma di Giulio Cesare lo Stato definì anche la ratio tra l’oro e l’argento e quindi distintamente quella tra questi due metalli con l’oricalco (ottone) e con il bronzo. In effetti si ebbe un plurimetallismo, ma dato il ruolo dell’oro per i grandi pagamenti e dell’argento per i vilia ac minuta commercia, la circolazione ebbe i caratteri del bimetallismo. Con la riforma di Cesare Augusto il rapporto legale oro-argento fu stabilito in 1 a 12,5, mentre nel mercato era più favorevoleall’argento. Il rapporto argento-bronzo fu fissato in 1 a 48, per cui la moneta di bronzo divenne un semplice gettone. Infine i rapporti oro-oricalco e argento-oricalco risultarono rispettivamente di 1 a 350 e di 1 a 28. Tuttavia nel generale benessere dei secoli d’oro dell’impero romano il bimetallismo permise di contenere le oscillazioni di prezzo dovute alla domanda sia di oro che d’argento per usi non monetari. In queste circostante si preferì adeguare pesi e anche contenuti di fino della moneta di minor valore. Anche la riforma di Nerone, nonostante fosse complessa fino a introdurre elementi della circolazione fiduciaria del denarius e a ritoccare lievemente anche il peso dell’aureo, osservò questa norma pratica. Metalli e pesi delle
monete Romane Un aureo corrispondeva a 25 denari in argento, a 50 quinari in argento, a 100
sesterzi oro
argento 1:12,25 - oro oricalco 1:350 - oro rame 1:560 |