I Miniassegni: storia e valore


Un caso particolare di collezionismo di banconote complementari,
il quale fece furore tra gli anni Settanta e Ottanta.


La storia


Nella prima metà degli anni Settanta in Italia, come i meno giovani ricorderanno,
si rilevò una grave carenza nelle transazioni economiche di moneta spicciola
di tutti i giorni; non si trovavano le monete per le piccole spese e non si sapeva
come dare il resto alle banconote (si usavano addirittura gettoni, caramelle....)




Il problema della carenza di monete era causato dalla buona qualità del metallo
usato nelle monete italiane da 100 e 50 lire, il famoso ACMONITAL (Acciaio Monetario Italiano).
Esse venivano incettate da ditte estere che lo immagazzinavano e lo portavano fuori
dall'Italia dove serviva per usi industriali; si ricorda l'esempio di un TIR fermato
al confine con la Svizzera, contente casse intere delle nostre Lirette .

Una soluzione prese corpo per risolvere o quantomeno ridurre il problema:
le banche predisposero l'emissione di una serie di assegni al portatore,
di piccolo taglio: 50, 100, 200, 350, 500, 1000 lire e vari altri tagli,
da venire usate come minibanconote o monete.

Fu così che nacquero e prosperarono per una decennio i "MINIASSEGNI" !
 

Non fu però subito prevedibile la grande Creatività degli Istituti di Credito, i quali intravidero l'occasione di poter maneggiare meglio il denaro, di trarsi fuori dalle diatribe, ma soprattutto di farsi pubblicità gratuitamente e trarre quindi un certo utile. Quindi ogni Istituto mirò a creare i Miniassegni più belli e apparvero riprodotti ad arte in essi palazzi, monumenti, panorami, automobili, animali, gioielli e altri soggetti importanti e storici.

Il Collezionismo

Il Collezionismo per questi foglietti di carta iniziò presto e impazzì per tutti gli anni Ottanta,
tutti alla ricerca dei pezzi più rari, più interessanti o addirittura relativi ad una certa tematica
(come si usava fare con i francobolli).


Le fiere videro un grosso aumento di richiesta e di trattative di scambio,
i banchetti di miniassegni spuntarono come funghi e partì una costante
e intensa attività di commercio o scambio, con i pezzi in ottime condizioni
a raggiungere valori davvero alti!
Fu anche stampato un catalogo tutto su di loro.

A Verona addirittura fu loro dedicato un intero settore dello spazio
assegnato dall'Ente Fiera di Verona.

Il declino

In seguito le tirature delle monete metalliche aumentarono enormemente,
la circolazione riprese ad essere efficace e così l'uso pratico dei piccoli
assegni iniziò a ridursi. I collezionisti restarono, ma come tutti gli oggetti
che non sono più maneggiati fisicamente, ecco che la pratica collezionistica
perse vigore, e di scambi/acquisti se ne videro sempre molti meno.

Ora nessuno più li colleziona, nessun commerciante li compra, chi ne aveva
di belli li mette in soffitta, sperando in un loro ritorno futuro, c'è persino
chi se li trova li butta via :-((

Una situazione analoga si può dire sia capitata negli anni Novanta
con le schede telefoniche, terminata la mania ora sono oggetti vuoti.

 

Ecco un miniassegno IBI da 100 Lire, emesso appunto a Roma nel 1976.