Le monete inglesi


La monetazione inglese si distingue tra quella dei Sassoni e tra quella
dopo l'invasione dei Normanni, a sua volta divisa in tre periodi.


Accennavamo nel capitolo riguardante le invasioni barbariche dei 200 anni in cui le monete
romane furono ignorate. I Romani abbandonarono l'Inghilterra poco dopo l'anno 410 e l'isola
fu invasa da Angli, Sassoni e Juti i quali non si interessarono dell'economia monetaria e in
questo periodo buio e confuso forse rimasero in circolazione solo alcuni vecchi denari,
di dubbia utilità.

La moneta d'argento, dal peso di 1,3 grammi riapparve solo verso la fine del 600 e si
chiamò sceatta, una probabile imitazione del denaro merovingio.



Il commercio coi Frisi, per nulla originali nei loro conii e spesso di bontà inferiore,
aumenta la confusione tra monete inglesi, frisoni e merovinge.

I Sassoni ed i primi Normanni non coniarono che solo argento e nessuna moneta superiore
al penny (l'equivalente del denaro carolingio). I Sassoni avevano monete di rame in valore
di un ottavo di denaro e avevano i bizanti (bizans o bezans) ma questi erano coniati a Costantinopoli (Byzantium).

L'antico mancus, mancusa o manca dei Sassoni non fu mai una moneta ma semplicemente
un nome monetario di cui si faceva uso nei conti per indicare un numero di denari.

Nei 25 anni dalla riforma di Pipino, due sovrani minori del Kent (il territorio sotto Londra)
Heahbert e Ecgbert emisero pennies. Il penny (plurale moderno "pence") divenne quindi
l'unità monetaria inglese pari in origine alla 240esima parte della libbra, in inglese Pound,
secondo il modello del denaro carolingio. Il termine penny deriva dalla forma tonda delle
monete (pan = terrina), Pound deriva dal latino pondus (peso) mentre il Soldo diventa
lo Shilling, dallo scudo (shield) che compare sulle monete.
La sigla d indicante i pennies (esempio 2s 6d) è l'iniziale della parola deniers (denari)
e testimonia in maniera inequivocabile l'antica equivalenza delle due monete.

Paradosso dell'economia che il sistema lira -12 scellini- 20 penny (livre-soul-denier)
durato sino al 1971, sia stato concepito durante questo oscuro momento di transizione.
*

Offa (757-796), re di Mercia, dopo aver conquistato il Kent nel 783-784, effettuò dal 785 a Canterbury una ricca emissione di splendidi pennies d'argento equivalenti ai deniers di
Carlo Magno. Re Offa aveva stretti rapporti con i franchi, quindi non stupisce il suo imitare
la moneta carolingia, seppur con alcune differenze.

Carlo Magno e Offa ripresero il sistema creato da Pipino e da Aethelberto II; Carlo (tra il 781 e il 794) estese nei suoi vasti domini un sistema monetario basato sul monometallismo argenteo:
unica moneta coniata era il "denaro". Non essendo prevista la produzione di multipli, l'uso portò all'affermazione di due unità di conto la libbra (pound in Gran Bretagna) e il soldo (scellino); la prima era l'unità base monetaria e ponderale allo stesso tempo, dal valore di 20 soldi o 240 denari. Carlo applicò il nuovo sistema nella maggior parte dell'Europa continentale e il similare standard di Offa fu volontariamente adottato dai regni di Mercia e Kent, in quasi tutta l'isola. Battuto dai suoi successori in grande quantità, si diffuse in tutta l'Europa del Nord. Questa riforma dimostrerebbe il controllo amministrativo che Offa esercitava sull'economia, anche se è difficile poter analizzare la questione a causa delle poche monete sopravvissute e alla loro frammentazione cronologica.

Se Offa e Carl Magno dovessero sopravvivere solo attraverso le loro monete, Offa godrebbe in questo caso della superiorità che vanamente cercò di ottenere in vita.
I suoi pennies di Canterbury, decisamente superiori a quelli carolingi, erano eseguiti secondo
la migliore tradizione dell'arte inglese mentre quelli dei suoi successori non raggiunsero mai
nulla di simile, nonostante ci sia una certa rustica grazia in una moneta londinese di Coenwulf,
re di Mercia e alcuni pennies di Cuthred re del Kent abbiano qualcosa della purezza
di quelli di Offa.*

Il contrasto fra i pennies coniati in Inghilterra e i deniers coniati in Francia non è soltanto
artistico: dal tempo di Offa i regnanti esercitavano un severo controllo sulle officine monetarie.
Dal X secolo quando la signoria dei Sassoni dall'ovest si estese a tutta la Gran Bretagna,
esclusa la zona vichinga del nord, tutto il regno ebbe una monetazione uniforme,
distintamente distribuita da quasi una settantina di zecche locali, alle quali i punzoni erano
forniti da determinate autorità centrali. Il sistema era stato elaborato da Edgardo (959 - 975)
e le monete recavano al dritto il busto del re e al rovescio una piccola croce, oltre al nome
dell'incisore e della zecca.


Penny di Edoardo il Confessore - Magistrato monetario Godwin di Chichester

Il ritratto più realistico è quello di Edoardo il Confessore, regnate dal 1042 al 1066, la cui
morte senza eredi causò una lotta per la successione, origine dell’invasione normanna
dell’ottobre 1066 e conclusasi con la battaglia di Hastings. La raffigurazione del sovrano seduto
al recto è una delle più ambiziose delle serie anglosassoni; gli uccelli al verso erano ritenuti,
nel XIII secolo, essere l'impresa di Edoardo.

La Royal Mint, ossia la Zecca Reale inglese ha 1.134 anni essendo stata istituita da Alfredo il Grande, re di Wessex, nell'anno 886.



Il sistema anglosassone elaborato da Edgardo sopportò senza sforzo non soltanto le enormi emissioni di Etelredo II per il pagamento del tributo ai sovrani danesi (i Vichinghi) ma anche
il cambiamento della tipologia, implicante la riconiazione di tutta la moneta in circolazione
che Etelredo e successori ordinarono periodicamento come fonte di introito; le monete
sembra fossero ritirate e riconiate in nuovi tipi prima ogni 6 anni e in seguito ogni 3 anni.

Situazione anomala, le monete forestiere non potevano più circolare nel paese cosicchè internamente la moneta nazionale potè conservare il valore conferitole dai decreti reali
senza considerazione per i frequenti cambi di peso. Questa ultima disposizione fu la
sola che Guglielmo I il Conquistatore (regnante dal 1066 al 1087) non riprese dopo la
conquista normanna dell'Inghilterra nel 1066 seguita alla battaglia di Hastings.
La moneta normanna era la peggiore della Francia perciò egli fu contento di conservare
nel suo nuovo regno un sistema in pari tempo efficiente e vantaggioso
ma fissando
il peso della moneta legale la rese più accettabile all'estero dove fu conosciuta
dalla seconda metà del XII secolo con il nuovo nome di Sterlina!


Penny di Guglielmo I, una delle prime emissioni - Magistrato monetario Colswegen di Hastings

Erano rari gli avvicendamenti del personale nelle officine monetarie, Colswegen figurava già sulle monete di Aroldo e di Edoardo il Confessore.

Con i normanni la monetazione non subì variazioni di rilievo ma decadde progressivamente
di valore, stile e tecnica; divenne generale l'abitudine di smozzicare il bordo delle monete
per accertarne l'autenticità. Nel 1154 salì sul trono inglese Enrico II, il cui nome continuò
a comparire sulle monete sino al 1247, e proprio sotto il suo regno apparve per la prima
volta la parola "sterlina", il cui significato originario, sterling, è probabilmente
"moneta buona", anche se ci sono altre valide versioni. **

La valuta divenne il Pound sterling o Libbra Sterlina (1158-1970) così suddiviso nei secoli:
4 Farthing = 1 Penny • 12 Pence = 1 Shilling • 5 Shillings = 1 Crown • 20 Shillings = 1 Pound

Il Pound sterling corrispose quindi per secoli all'unità di conto dell'Inghilterra e in seguito
del Regno Unito. Varie monete in oro rapportate al pound (cioè al valore di 20 scellini) hanno
avuto corso legale nella seconda parte della lunga storia del Regno, dalla Sovrana Tudor al Carlino alla Ghinea, ma la più famosa è la Sovrana moderna, detta appunto Sterlina
in italiano, perchè associata ancora alla sua funzione di divisa dell'Impero britannico.

Il Pound inizialmente aveva peso uguale alla libbra romana, diversamente da quella finale
voluta da Carlo Magno di 408 grammi. Contrariamente a quanto avvenne in Francia e sul
continente dove i denari perdevano valore e si coniavano con meno argento, quindi per averne
240 non bastava più la libbra carolingia, quindi al tempo dei Capetingi e degli Ottoni il suo peso tornò simile a quello originario dei Romani, usato da Pipino il Breve nella sua riforma monetaria.

In Inghilterra anche il pound/libbra calò, ma molto meno e se ne introdusse una denominata
libbra "tower" di circa 354 grammi, di conseguenza i pennies diversamente dai denari continuarono per secoli ad avere quasi lo stesso contenuto di fino.
Ciò spiegherebbe il significato originario di sterling come moneta buona!

Il termine Tower Pound sembra derivi da Tower Hill, il luogo dove sorge la  Royal Mint (zecca reale), a sua
volta deriva il suo nome da quello della Torre di Londra (Tower of London), la zecca principale d'Inghilterra.

L'altro peso fondamentale nella monetazione inglese era il Marco, equivalente a metà della
libbra carolingia e in seguito ai 2/3 della libbra tower, quindi poco oltre i 230 grammi. Il peso
esatto variò nei secoli di diversi grammi e il marco più famoso, quello di Colonia dopo il Rinascimento pesava 233,862 grammi.

In Inghilterra il predominio delle zecche di Londra e di Canterbury non impedì l'apertura
di una serie di piccole officine monetarie negli anni 1248-1250, 1279-1281 e 1300-1302.

Tra i vari paesi dell'Europa occidentale l'Inghilterra si distinse per l'incredibile stabilità della
sua moneta, aiutata all'inizio dal divieto di circolazione delle monete straniere imposto da re
Edgardo; esso consentiva ai pennies di conservare il loro valore senza essere influenzati dalle
variazioni di peso. Inoltre le officine monetarie rimasero sì, strettamente sotto il controllo della
Corona ma i sovrani erano d'altra parte condizionati dal controllo dei baroni feudali, i quali
non gestendo le zecche in proprio, avevano tutto da perdere e niente da guadagnare da una
eventuale inflazione. Così la lira inglese, equivalente a circa 330 grammi di argento puro verso
l'anno 800, era ancora a 324 grammi verso il 1250. Attorno al 1500 era a 170 grammi.
Il collasso della moneta inglese avvenne tra il 1542 e il 1551 a causa delle frodi e
della imperiosità di Enrico VIII.


Teniamo sempre presente che dopo l'anno Mille, in larga parte d'Europa, la ripresa dei commerci favorì l'aumento dell'uso delle monete ma a ciò non corrispose per nulla un aumento della disponibilità di argento, quindi l'unico modo per le officine monetarie di aumentare il numero dei pezzi coniati era quello di diminuirne il peso o il loro contenuto d'argento; entrambe le soluzioni furono adottate. Inoltre queste officine erano delle imprese e il loro guadagno dipendeva proprio
dal numero di denari prodotti.

Lo svilimento della moneta però tendeva a gonfiare i prezzi nominali, non quelli reali, ovvero non influiva sul potere di acquisto del metallo prezioso effettivamente contenuto in ciascun denaro. Se l'argento fosse stato cronicamente scarso, il suo potere di acquisto avrebbe dovuto risalire, riducendo così la differenza tra il valore nominale delle monete e il valore reale del metallo in esse contenuto. Sappiamo invece che anche in termini di metallo i prezzi continuarono a salire: in Inghilterra il costo della vita quadruplicò tra il 1150 e il 1325.


Elenco dei regnanti inglesi
, necessario per capire le successioni.


Nei primi tempi normanni, gli Italiani, i Fiamminghi ed i Giudei,
imprestatori di denaro, portarono in Inghilterra le monete d'oro straniere.
Ma dobbiamo subito ricordare che sino al tempo di Edoardo III (1327-1377) nessun
sovrano inglese coniò moneta d'oro, eccetto forse il penny d'oro di Enrico III
(1216-1272) calcolato 20 denari d'argento e probabilmente mai messo in circolazione.

Nessuna altra moneta nazionale di rame/bronzo fu coniata dalla Conquista del 1066 sino
al regno di Giacomo I (1601-1625). Questo metallo si considerava vile e i pezzi di rame si consideravano come un gettone; sotto il regno di Elisabetta I fu battuto un mezzo denaro
ma non posto in circolazione e porta il nome halfpenny; le parole "pledge of halfpenny" -
pegno di un mezzo denaro; gli stessi fardini di re Giacomo erano considerati un gettone.

I Sassoni ed i primi Normanni non coniarono che solo argento e nessuna moneta superiore
al penny (l'equivalente del denaro carolingio) e nessuna minore a quella di un fardino.
Il prezzo di una pecora era tra i quattro denari e i sei denari !

La moneta inglese dopo l'invasione dei Normanni, si può dividere in tre periodi.

Nel primo che va sino ad Edoardo III (1327-1377) le grosse somme si pagavano a peso
e le piccole monete servivano per i piccoli affari. In quest'epoca l'argento era l'unica
moneta nazionale e non ve ne era più alta di un penny, come detto sopra, mentre tutta
la moneta d'oro in circolazione proveniva da fuori, importata dai mercanti; circolavano
soprattutto i fiorini di Firenze e le equivalenti emissioni francesi.

Si veda da ciò che fino al tempo di Edoardo III la moneta inglese era d'argento e tutte le monete d'oro in circolazione proveninvano dall'estero; le grandi somme di denaro si pesavano non si contavano; la libbra d'argento era l'unità principale sebbene fosse più usato il marco cioè i 2/3 di una libbra. Il sistema monetario si componeva tutto di denari, mezzi denari e di fardini e queste monete non avevano altro scopo se non quello di impedire la necessità di pesare ogni più piccola somma. La croce di cui era sempre segnato il rovescio del penny inoltre serviva ad agevolarne la spezzatura in 4 fardini, ma è dubbio se ciò realmente si facesse.

Quando Edoardo I (1272-1307) coniò i 4 denari (four pences) li chiamò
groats
o grandi monete ma esse non circolarono sino ad Edoardo III.
L'oro si calcolava a peso per un valore maggiore 9 volte dell'argento.

Nel secondo periodo si introdussero gradatamente le monete d'oro nazionale, basate sul fiorino
d’oro battuto a Firenze, e le si fece scendere sino alle piccole somme; ideate durante il regno
di Edoardo III, riflettono nelle loro iscrizioni i problemi economici, sociali e politici del loro
tempo. La prima è il cosiddetto doppio fiorino (o doppio leopardo) del valore di 6 scellini, e
la sua coniazione iniziò a dicembre del 1343 anche se fu stabilita per legge solo il 27 gennaio
1344; la sua coniazione cessò prestissimo, nel luglio 1344, e già il 20 agosto successivo ne fu previsto il ritiro.



In circolazione dal dicembre 1343 a luglio 1344, la prima moneta d'oro di Edoardo III
risulta una delle più rare inglesi: infatti è stata venduta nel giugno 2006 presso Spink a
Londra per 6,8 milioni di dollari, fu trovata da un cercatore col metal detector nel sud dell’Inghilterra ed è una delle solo tre esistenti al mondo. Proposto con una stima tra
le 100.000 e le 150.000 sterline, fu venduto per ben 460.000 rappresentando il record
per una moneta inglese. Le altre due, ritrovate nel fiume Tyne nel 1857, sono custodite
attualmente al British Museum, arrivateci in periodi diversi.**

Tuttavia la nuova moneta ebbe uno scarsissimo successo: si ritiene che abbiano influito
le alte spese di signoraggio (cioè le trattenute sul valore del metallo portato alla zecca),
il suo sopravvalutato valore rispetto alle monete d’argento ed infine il non perfetto
allineamento nel sistema monetario inglese basato sul mark e sul pound.**

Delle monete in oro coniate da Edoardo III invece la più attraente per la sua stupenda
bellezza è indubbiamente un esemplare del valore di 6 shilling e 8 pence (1360 - 1369)
detta "NOBLE"o Nobile che porta al verso una iscrizione criptico-latina:

JESUS AUTEM TRANSIENS PER MEDIUM ILLORUM IBAT
"ma Gesù passando in mezzo a loro se ne andò" [San Luca IV/301]

Allusione all'espulsione di Gesù dalla Sinagoga e al suo miracoloso passaggio
attraverso una folla ostile.



Naturalmente questa iscrizione non è in correlazione con l'iscrizione del recto:
EDWARD DEI GRA(tia) REX ANGL(iae) ET D(omi)N(u)S HYB(erniae) Z(=et) AQ(ui)T(aniae)
oppure con la figura del re ritto sulla nave in atto di tenere la spada e lo scudo con i simboli di Inghilterra e Francia e nemmeno con la stessa incisione del verso. Essa suggerisce piuttosto
ci suggerisce che la stessa moneta contenga un incantesimo utile ed efficace contro i ladri e
i banditi che a quei tempi infestavano le strade inglesi. Infatti i pellegrini che si recavano a Canterbury nutrivano gravi preoccuazioni di salvare i loro denari e le stesse strade di Londra
non davano sicurezza ai cittadini onesti.

Il re sulla nave forse è una allusione alla allora recente vittoria navale di Sluys,
appropriato simbolo dell'aggressivo spirito inglese prima della battaglia di Crecy !

Il "NOBLE" battuto ad iniziare dal 1344 aveva un peso pari al trentanovesimo e mezzo
della libbra della Torre di Londra (79 NOBLES pesavano due libbre): quindi grani 138
e 6/13 equivalenti a grammi 8,97.**

La moneta ebbe un notevole successo anche tra i mercanti stranieri tanto che questo
tipo di nummo fu usato sino al XVI secolo, pur mutando il suo peso due volte: nel 1351
fu fissato in grani 120 (pari a grammi 7,78) e nel 1412 in grani 108 (pari a grammi 7).
questa ultima versione risultava di valore doppio rispetto ad un fiorino o ad un ducato.
Fu la moneta d'oro standard per più di un secolo, ebbe qualche modificazione nell'aspetto
durante il regno di Edoardo IV, quando il suo valore fu elevato a 10 scellini.

Perchè le monete d'oro inglesi non valevano 20 scellini ?

Si veda da ciò che fino al tempo di Edoardo III la moneta inglese era d'argento e tutte le monete d'oro in circolazione provenivano dall'estero; le grandi somme di denaro si pesavano non si contavano; la libbra d'argento era l'unità principale sebbene fosse più usato il marco cioè i 2/3 di una libbra. Il sistema monetario si componeva tutto di denari, mezzi denari e di fardini e queste monete non avevano altro scopo oltre a quello di impedire la necessità di pesare ogni più piccola somma. La croce di cui era sempre segnato il rovescio del penny inoltre serviva ad agevolarne la spezzatura in 4 fardini, ma è dubbio se ciò realmente si facesse.

La potenza della monetazione tuttavia si dimostrò nella moneta d'argento. Nonostante il
peso diminuito la sterlina serbò abbastanza del suo valore per continuare come valuta
commerciale standard e fu solo nel 1351 si trovò necessario estenderne il nominale con una
moneta da 4 pennies: il groat.

I tipi e l'eleganza delle monete d'argento durarono immutati sino al XVI secolo

All'infuori della sterlina e dei suoi multipli usati per pagare i soldati inglesi, i Plantageneti
non imposero monete inglesi in Aquitania ma una volta che il Nobile si fu affermatosi
assicurarono che la maggior parte della monetazione oro in Francia si uniformasse
al peso dei modelli d'Inghilterra.*

Nel secondo periodo durato sino a metà Cinquecento fu introdotto il groat (sulla scia dei grossI italiani ) di 4 pence, che rimase per tutta quell'epoca la più grossa moneta in argento fino
ad Enrico VIII (1509-1547), il quale nel 1526 allinea le monete d'oro inglesi a quelle continentali:al posto dell'Angel introdusse la Corona della doppia rosa come moneta base d'argento ad imitazione dello Scudo francese. Le caratteristiche comuni delle due monetazioni divennero così
sempre più accentuate. Le Sovrane con il re assiso in trono continuano ad essere battute ma un quantità assai limitata .

"Angeli" erano dette le monete d'oro dal prezzo di 6, 8 o 10 scellini le quali raffiguravano l'Arcangelo Michele mentre trafigge il drago, coniate da Enrico IV e dai suoi sucessori.



Quasi da subito Enrico VII Tudor accolse la nuova idea delle dinastie italiane di battere grosse
monete-ritratto (era aumentata la produzione dell'argento con le nuove miniere in Tirolo e Boemia) per aumentare il loro prestigio: la tradizionale immagine frontale sulle monete inglesi d'argento fu sotto il suo regno gradatamente trasformata, finchè nel 1504, i lineamenti divennero chiaramente riconoscibili per quelli del sovrano regnante. Quindi nel 1507 si arrivò al cambiamento completo nel ritratto di profilo. Ciò avvenne per il groat, il mezzo groat e per un nuovo valore sperimentale, il testoon, pari ad uno scellino. Il ritratto di Enrico VIII appare sui testoni e sui Groats d'argento,
di fronte e di profilo, sul capo c'è sempre una grande corona, tanto grande da schiacciare quasi la figura sottostante.

Negli ultimi anni del suo regno si ha una progressiva svalutazione delle monete: quelle auree perdono quasi il 20% in peso e pregio mentre quelle d'argento peggiorano la lega dal 75% al
50% sino a scendere al 33%.

Sono riattivate le zecche di Canterbury e di York, aperte dal nulla quelle di Southwark e di Bristol: le zecche ecclesiastiche hanno l'ultimo sussulto di attività prima di chiudere per sempre. Notevole il Groat coniato abusivamente dal Cardinale Wolsey come Arcivescovo di York; il prelato avrebbe avuto diritto infatti a battere monete non superiori per valore al mezzo Groat!

Il successore Edoardo VI, un bambino regna per soli 6 anni (1547 - 1553) e nel 1550 la sua monetazione fu rivalutata: i pezzi di argento tornano ad essere di ottima lega (oltre il 90%); mentre le monete d'oro ritornano ad avvicinarsi ai 24 carati: doppie Sovrane da 48 scellini,
Sovrane da 24 scellini, Angel da 8 scellini; ma a causa dell'effetto tesaurizzazione o forse addirittura fusione, il titolo è subito abbassato a 22 carati. Nel 1552 si conia la Sovrana da 20 scellini con il busto del re e uno scudo sostenuto da un leone e da un grifone, poi la
mezza Sovrana, la Corona d'oro da 5 scellini e la sua metà.

 

Se permangono le leggende con i caratteri tardo gotici, altrove scomparsi da mezzo secolo,
le Corone da 5 scellini e la loro metà con il re a cavallo, introducono una nuova dimensione
mentre gli eleganti scellini da 12 pence e le 6 e 3 pence con il busto del re, sono le
prime monete inglesi ad indicare il valore.

Il crollo della moneta inglese sopo secoli di stabilità avvene quindi ad opera di Enrico VIII e continuata sotto il regno di Edoardo VI; fu coniata sistematicamente moneta il cui valre intrinseco era inferiore al valore nominale, come al solito allo scopo di aumentare i redditi di corte. Niente di nuovo fin qui ma mentre i precedenti sovrani si erano limitati a diminuire il peso, a partire dal 1542 se ne alterò anche il titolo tanto da ridurlo a un quarto di quello originale. Le inevitabili conseguenze furono l'aumento dei prezzi e l'inizio di un diffuso stato di miseria, cause di continue rivolte contadine e salariate.

Per altri 5 anni regnerà la regina Maria, moglie di FIlippo II di Spagna, detta la sanguinaria e l'Inghilterra fu coinvolta in una nuova disastrosa guerra con la Francia, la quale costò la
perdita di Calais, ultimo possedimento sul continente!
Maria abolisce le Corone e conia solo Sovrane da 30 scellini e Angel da 10 con la loro metà;
le prime monete ci mostrano Maria con i capelli al vento mentre i Groats e la loro metà
recano i nomi di Maria e di Filippo ma solo il ritratto della Regina; invece gli Scellini e
i sei pence presentano i due sovrani affrontati, sul modello delle monete spagnole.

La Sovrana d'oro dei Tudor


Nel terzo periodo che finisce quando Newton regolò la zecca, le monete d'oro si moltiplicarono grandemente (era avvenuta la scoperta dell'America) e più grosse monete d'argento furono
battute. L'oro era antichissimo e molto logoro ma piuttosto a peso che secondo un valore
nominale. In seguito la varietà delle monete è molto diminuita e ci siamo avvicinati alla
semplicità di un buon sistema monetario.

www.argentinglesi.com/Unitadimisurainglesi.php

Carlo II impose l’abbandono della coniazione a martello a favore di quella meccanizzata.
La leggenda vuole che l’imbarazzante differenza tra le monete belle in uso in Francia, da
lui viste durante il suo esilio, e le modeste inglesi avrebbero spinto il re, dopo il suo ritorno
in patria, a nominare un tecnico francese di nome Pierre Blondeau e ad acquistare innovative macchine da conio per una cifra – all’epoca, enorme – pari a 2710 "sterline".
Con queste macchine la monetazione inglese venne rivoluzionata.*

Stabilito un tipo, l'oro, dapprima per pratica misura dei regolamenti di zecca,
poi per legge espressa, si è estinta la grande sorgente di confusione regnante
nei tempi antichi e nacque l'idea di una moneta nominale, cioè la nozione
di una promessa scritta e non sempre convertibile in oro effettivo: le banconote.

Da ciò si vede che sino ai tempi di Edoardo III, la moneta inglese era
di argento e le grandi somme di denaro si pesavano, non si contavano!

La libbra di argento (circa 410 grammi in origine) era l'unità principale quantunque fosse più
usato il marco, i 2/3 di una libbra. Il sistema monetario si componeva tutto di denari, mezzi
denari e fardini (farthing), in modo che altro scopo queste monete non avevano che quello
di impedire la continua pesata di ogni più piccola somma. Inoltre la croce, di cui era sempre
segnato il rovescio di un penny, serviva ad agevolarne la spezzatura in 4 fardini, ma è dubbio
se ciò si facesse realmente. L'uso di stampare una croce sopra le piccole monete diede origine all'espressione "egli non possiede neanche una croce", con cui indicare l'estrema povertà di un uomo.

Il fardino si distingueva dal mezzo penny soltanto per una croce che portava
su una faccia e per un erpice*** sull'altra.

Nei sistemi di misura adottati nel Regno Unito prima dell'adesione al sistema decimale (1971), è sempre possibile trovare una commistione ed una equivalenza tra pesi e monete. Questo è principalmente dovuto al fatto che le monete hanno per secoli basato il proprio valore sul loro contenuto di oro ed argento e, quindi, sulla base del titolo del metallo utilizzato e del loro peso.

Sembra antico principio che il che il campione della moneta mai dovesse essere una moneta

L'intento di una doppia moneta, con due tipi distinti

Esso nasceva dalla continua variazione del valore relativo fra oro e argento, e dal graduale svilimento delle monete d'argento. I denari da Guglielmo I sino a Enrico III (1216-1272) erano regolati in ragione di una lira per una libbra d'argento, cioè il valore della riforma carolingia.

Di grado in grado si scese sino a lire 6 e scellini 6 per libbra d'argento nell'Ottocento.
La Lira si era quindi staccata dalla Libbra e non le equivaleva più!

Anche l'oro variò, causa le mutazione per equilibrare il calo dell'argento e in parte causa le esigenze dei tempi: i fiorini di Edoardo III (1327-1377) rendevano 15 lire per libbra d'oro, i nobili di Edoardo IV erano 22 lire e 15 scellini, mentre Enrico VIII (1509-1547) coniò, in anni diversi, sovrane da 27 lire, da 28 lire e 16 scellini, e da 30 lire per una libbra d'oro. Edoardo VI (1547-1553) arrivò a 33,34 e 36 lire.

Le monete d'oro furono in circolazione per tanti fardini ad ogni pezzo e questo valore si mantennero sempre in uno stato di oscillazione.

Quindi veniva la necessità di un continuo ragguaglio tra le diverse monete delle diverse epoche.
Posando gli occhi sulle "Note e domande" in cui si trova un estratto dei conti dati dai Guardiani della Chiesa, nel 1551, i quali due volte danno credito di una somma perduta per "decadimento di moneta".

In tutti i modi si rileva che la moneta era una merce da valutarsi come qualunque altra merce e non una misura dei valori, della quale si dovesse solo verificare la bontà, cioè l'autenticità governativa.

La monetazione inglese ci colpisce sia per il suo straordinario conservatorismo sia per il suo audace sperimentalismo. Da un lato abbiamo valori che si conservano immutati per centinaia di anni come il penny o la crown (corona) introdotta a metà del XVI secolo. Dall'altro
si sottoliena il fatto come le monete britanniche, uniche tra quelle europee, non abbiano ami cambiato per secoli le loro caratteristiche.

Una nuova e importante moneta d'oro apparve dal 1664 sotto il regno di Carlo II. Sembra il nome derivi dalla Guinea, regione africana da dove proveniva all'inizio la maggior parte dell'oro per la coniazione; in seguito fu l'oro affluito dal Brasile (tramite accordi commerciali col Portogallo). Fu la moneta che più di ogni altra rispecchiò il modo di vivere dell’aristocrazia inglese per secoli.

La Ghinea

Nel 1816 la Ghinea fu sostituita come moneta di maggior valore dalla Sovrana, ma il nome
Ghinea
rimase a significare nel linguaggio corrente la somma di 21 scellini. Dopo la decimalizzazione del 1971, il termine sarà impiegato esclusivamente nel mondo dell'ippica.

 

Il penny verso la fine del sec. XVII fu coniato in rame e dal 1860 in bronzo; sul verso la figura della Britannia seduta.

Sul rovescio della moneta, la rappresentazione di Britannia, l’incarnazione femminile della nazione britannica, da dove deriva il suo nome. Britannia è accompagnata da un leone, porta un casco greco, armata di un tridente e con uno scudo affianco. Il paesaggio sullo sfondo è il bordo del mare. La prima rappresentazione di Britannia su una moneta risale al 1672.

La sterlina d'oro detta Sovrana moderna


I vittoriani introdussero una nuova moneta, forse un primo passo verso un sistema monetario decimale: due scellini, esattamente un decimo di una sterlina, coniati nel 1849. Si chiamava anche fiorino (un termine usato per la moneta prodotta nel XIII° secolo nella città di Firenze) e coniato per quasi 120 anni fino al 1968, quando, in vista della decimalizzazione, una moneta della stessa taglia divenne il nuovo pezzo da dieci pence.

Un doppio fiorino venne coniato nel 1887 ma non divenne popolare.

Un pezzo da 10p più piccolo venne emesso nel 1992 e la moneta della taglia del vecchio fiorino infine sparì il 30 giugno 1993. Un fiorino veniva anche chiamato un pezzo da da 2 scellini’ o un ‘un pezzetto da 2 bob’.

Non estromise tuttavia la popolare mezza corona di valore 2s 6d, che rimase in uso fino al 1 gennaio 1970.

Anche nel 1960 i battitori d’asta durante le vendite nella nazione facevano salire la l’offerta di mezza-corona in mezza-corona. L’offerta fra 5 e 10 scellini era sempre ‘3 mezze corone’.



Un doppio fiorino venne coniato nel 1887 ma non divenne popolare.

Le ghinee non vennero più coniate dopo il 1813.
Nel XVIII° secolo vennero coniate anche la mezza ghinea, il terzo di ghinea e il quarto di ghinea. Le monete da due e da cinque ghinee appartenevano ad un’epoca precedente.

 

* John Porteous - "Monete"

** Mario Traina - "Monete del Mondo"

** "Panorama Numismatico"

*** Walter Muschietti e il Circolo Filatelico Numismatico di Tarcento UD - Si veda il loro articolo sul Nobile d'oro

**** Macchina impiegata per completare il lavoro dell'aratro e per preparare il letto di semina

La fonte principale di questo testo è A. De Morgan - "Nota sulla storia della monetazione inglese" del 1858