Il Piede monetario


Il piede monetario è una quantità di metallo, un peso tipo la libbra o il marko.


In sostanza il piede monetario è una quantità di metallo dalla quale si deve ricavare un determinato numero di monete. Il piede monetario non sarebbe una unità di conto anche in certi casi le poteva corrispondere.

L'aureus, che fu la moneta d'oro di Giulio Cesare e degli imperatori fino a Costantino, era tagliato a
ragione di quaranta per libbra romana. Tale era stata già la prima tagliatura del denaro d'argento.
Quindi la libbra di 327 grammi era il piede monetario.

Non è sempre esattamente noto quando queste trasformazioni siano avvenute e nemmeno quando in alcuni paesi si sia verificata la scissione tra il significato di unità ponderale di base e quello di piede monetario. Ma anche in questo periodo oscuro la "librae" è ancora un peso e nel contempo piede monetario da cui ritagliare un certo numero di
monete effettive, come sempre era accaduto fin dai tempi della Roma di Servio Tullio.

L'equazione 1 Libbra = 1 Lira diventa esatta col passare del tempo, poichè da 1 libbra di metallo si iniziano a ricavare più lire di monete, ovver più denari. Ma rimanendo valida l'equazione 1 Lira = 240 denari, ne consegue che da una libbra si potranno ricavare più lire.

Nei regni tedeschi, verso il Mille nasce una nuova unità di peso, il marko, equivalente a due
terzi della libbra romana (o della libbra tower in uso a Londra) e quindi a più di metà della
libbra di Carlo Magno.

Diviene subito piede monetario in Francia e in diversi  paesi anglosassoni e difatti
non si ha nel linguaggio monetario inglese un termine più  comune di esso. Ma non
fu mai una moneta sino al 1871!

In Francia, dalla fine del secolo XI sino alla rivoluzione del 1789 , che ha radicalmente riformato l'antico sistema monetario, l'argento si è sempre pesato e venduto a ragion di marco. Vi erano marchi di diverso peso, ma quello di Parigi, al quale gli antichi prezzi si riferiscono, era di oncie 8, o grani 4608. Dopo la medesima epoca, si è sempre diviso il marco in lire, e la lira in soldi e denari . Ma per effetto della successiva degradazione delle monete, spesso diminuite di peso dai principi, il numero delle lire tagliatesi da un marco si è gradatamente accresciuto. Alla fine del secolo XII non era che alquanto più di 2 (L. 2,18), e alla fine del secolo XVIII era più di 54: ciò che può dare un'idea generale dell'alterazione che le monete han subito in questo corso di tempo. Per conoscere dunque ciò che la lira rappresentasse in ciascheduna delle epoche in termedie, bisogna ricercare in quante lire si dividesse allora il marco.

Non si hanno che ragguagli molto incompiuti sullo stato delle monete nei secoli X , XI e XII ; ma si conosce ciò che esse erano alla fine del sec . VIII sotto Carlo Magno. La lira carlovingia , secondo gli storici , era di 13 1/3 d'argento fino e dividevasi in 20 soldi. Si mantenne a un dipresso sul medesimo piede durante il secolo IX; ma poscia le traccie di questa lira spariscono , e più non si
trova, alla fine del secolo XIII, che una lira diminuita, e che si va ancora degradando di secolo in secolo sino al 1789 .

L'operazione della falsa moneta ebbe essa medesima il suo nome legale e pulito : ciò chiamavasi negli editti, aumentare la moneta, perchè si aumentava il numero delle pezze dette lire, che si tagliavano in un marco d'argento. In quella strana lingua si diceva che la moneta era diminuita , quando si restituiva alla lira una porzione del suo primo valore, battendo un minor numero di pezze dello stesso nome colla stessa quantità di metallo.

"Gli Spagnoli erano stati più avveduti quando avevano preso un peso determinato per unità
della moneta tanto d'argento che d'oro: si tagliavano 8 piastre e mezzo d'argento dal marco spagnolo/castigliano (210 grammi circa), e il peso del quadruplo d'oro è lo stesso di quello della piastra di 8 reali."
Gli economisti francesi dell'epoca indicavano sempre il pezzo da 8 col nome di piastra e il
doblone col nome di quadrupla.

Si avrebbe allora un sistema monetario che sarebbe quello al quale si arrestò la Spagna , dove la piastra e il quadruplo, monete l'una d'argento e l'altra d'oro , lutte e due dello stesso peso e del medesimo titolo ( 1 ) , in rapporlo semplice coll'unità ponderale, circolavano allato l'una dell'altra , senza impacciarsi .

 

1750: In quest'anno ci fu un'altra riduzione del peso nelle aree controllate da Prussia, Assia e Brunswick-Wolfenbüttel, fino a 22,2 g con un titolo di 750,0/.... Un marco di Colonia d'argento conteneva ora 14 talleri.
1754: Con l'accordo monetario tra Austria e Baviera del 1753 ha inizio il periodo del Konventionsthaler, un tallero con un contenuto d'argento pari a 1/10 del marco di Colonia. La moneta pesa 28,0 g con un titolo di 833,0. Con il tempo questa moneta si diffonde in gran parte della Germania centrale e meridionale.
1755: Il Kronenthaler è emesso per la prima volta nei territori controllati dagli Asburgo, in particolare nei Paesi Bassi austriaci e nella Germania meridionale. Ha un peso di 29,44 g e un titolo di 873,0...

La X (croce di Sant’Andrea) posta al rovescio dopo la data, è stata impressa sulle monete per ricordare la riforma monetaria “Piede Monetario di 20 fiorini” sancita dall’accordo del 1753 con la Baviera. In base a quell’accordo si decise che da un marco (era un peso non una moneta) di Colonia, di 233,8555 grammi di argento fino, si dovessero ricavare monete per un valore di 20 fiorini. Quindi un fiorino, qualunque fosse il suo titolo, doveva contenere 11, 69277 g di argento fino. Per questo motivo queste monete presero il nome di Talleri di Convenzione.

 

"Vi è in Europa una nazione la quale ha conservato queste tradizioni primitive sino ai nostri giorni. La pezza d'oro e la pezza d'argento di Spagna, il quadruplo e la piastra sono dello stesso peso tutte e due (27 grammi 45 milligrammi), e questo peso comune è esattamente il diciasettesimo della libbra di due marchi di Castiglia. Niente indica sopra il quadruplo che esso debba essere contato per un numero delerminato di piastre d'argento."

L'esportazione delle mouele può essere determinata da parecchie cause differentissime. Talora un paese riceve le monete da un altro , puramente e semplicemente, come verghe destinate alla rifusione immediata. In questo modo è accolta in Europa la maggior parte delle piastre dell'America Spagnuola. Siccome , nel Messico, l'operazione del partire costa più caro che in Francia , i produttori d'argento mandano alla zecca le loro verghe quando queste contengono meno di un millesimo e mezzo d'oro ( 3) , e le pezze che arrivano in Europa con questo tenore , sono buone ad essere trattate dai nostri aſlinalori.
Questa osservazione si applica anche più alle piastre peruviane , in questo senso, che l'affinamento si eseguisce meno bene a Lima che a Messico . Talora le monete continuano a circolare, pel servigio dei cambii, nel paese dove sono esotiche, allo stesso modo che nel paese di provenienza . Allora , rapporto al mercato generale del mondo , non è che uno spostamento analogo a quello che succede
quando una pezza da 5 franchi va da Parigi a Versailles. È questo il modo con cui continua ad agire una porzione delle piastre dell'America spagnuola , che vanno nell'Oriente estremo , o nelle Reggenze barberesche. Parimente una certa quantità di pezze francesi di 5 fr . circola in Ispagna, e in altri Stati limitrofi della nostra patria , ed anche dall'altro lato dell'Atlantico nella Nuova Granata , a più forle ragione , nell'Algeria . I ducati di Olanda ed altre monete d'oro, come la quadrupla spagnuola , la sovrana inglese e la nostra pezza di 20 franchi, sono più meno conosciute ed accettate fuori del paese di emissione . Frattanto bisogna considerare le sovrane che si esportano come destinale, in un gran numero di casi , ad essere riſuse. Infine, una notevole quantità di monete che escono da gli Stati dove sono state fabbricale, è incettata in altre contrade dal lesoreggia

 

 

* M. Chevalier