Il franco francese


Per lottare contro l'economia britannica Napoleone volle dare alla moneta
e al credito francese quelle istituzioni di cui difettava.


Napoleone si contraddistinse anche nel campo valutario, come Carlo Magno mille anni prima,
e attuò una fondamentale riforma monetaria. Introdusse il sistema metrico decimale in tutti
i paesi da lui conquistati o assoggettati e tale sistema includeva anche le monete, le quali
furono suddivise in multipli di 10, come avviene ancora oggi: fu così dimenticato il cambio
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della monetazione Carolingia.

Nel 1800 a Torino, la Repubblica Subalpina coniò una moneta d’oro da 20 franchi, del peso
di 6,45 grammi, con la dicitura in francese che significava “L’Italia liberata a Marengo”, a commemorazione della battaglia di pochi mesi prima in cui Napoleone sconfisse le forze
austriache proprio nella cittadina di Marengo, annettendosi così Piemonte, Lombardia e
Liguria. Fu il primo esemplare delle monete d’oro denominate poi Marenghi, poi fatte
emettere anche in Francia, Italia, Olanda e in alcune parti della Germania.

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La legge del 28 marzo 1803 fissò per 123 anni la carta monetaria della francia conferendole
le caratteristiche del franco germinale. Furono coniate nuove monete e la moneta francese
molto solida e pratica apparve subito la migliore di tutta l'Europa continentale.

Creò poi la Banca di Francia: essa rese dei grossi servigi alla nazione anticipando grosse somme sotto forma di effetti, tuttavia all'inizio operò solo a Parigi e la sua influenza si estenderà a tutta la Francia solamente durante il secolo XIX.


Il nuovo Franco creato nel 1803, fu denominato Franco germinale e durò sino al 1914.
Pesava 5 grammi di cui 4,5 di argento, quindi a titolo .900 di fino.

Le caratteristiche di questa moneta furono in seguito le basi dell'unità monetaria della

Unione Monetaria Latina.